
Soci Argav in visita a Le Carline
(di Gian Omar Bison) L’Italia delle tante eccellenze agroalimentari ha nel vino la migliore espressione del “made in Italy” di qualità certificata e riconosciuta per grandissima parte. Dalle DOP fino al vino biologico, i produttori nazionali legano alle peculiarità dei nostri climi, alle vocazioni dei territori e dei sistemi di allevamento delle uve e di produzione dei vini codificati e controllati, per raggiungere nei vini qualità e finezza di livello internazionale.
Nel veneziano, la prima tappa del corso. Nel Veneto, che in questo fa la parte del leone, due settimane fa siamo andati a conoscere come Argav – Unaga l’azienda vitivinicola Le Carline, di Daniele Piccinin e famiglia, a Pramaggiore (Ve). Occasione data dal corso di avvicinamento al vino e alla vitivinicoltura promosso dall’Argav insieme con FIS Veneto (Fondazione Italiana Sommelier), associazioni che su questo hanno costruito un protocollo d’intesa.
Un’azienda vitivinicola specializzata in vino bio, ma anche vini per vegani e vegetariani. Alle Carline gli argomenti sono spaziati dalla viticoltura, all’economia, all’export, oltre al biologico. Che non è solo una filosofia produttiva specifica, astratta, basata su convinzioni che vanno dalla presunta maggiore salubrità del prodotto finito o maggiore rispetto dell’ambiente. Allevare uve e produrre vino biologico seguendo le prescrizioni del Regolamento europeo 203/2012, potendosi per questo fregiare del marchio “vino biologico”, significa rivolgersi ad una fetta specifica di consumatori di vino nel mondo. Un target mirato, che esiste da anni e che ha la pretesa di brindare con prodotti esclusivi e caratteristici, anche da un punto di vista organolettico. Le Carline, dal 1988, sotto la guida di Daniele, con la moglie Diana e i due figli, seguendo la tradizione del padre Aurelio, produce 4000 quintali circa di uve biologiche, per vini tutti certificati ICEA (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale); inoltre, vinifica bottiglie per vegani e vegetariani. Tutto codificato da specifici disciplinari di produzione, controlli compresi.
Siamo in una terra di mezzo, nel Veneto Orientale, al centro dell’area DOC Lison–Pramaggiore, Doc Venezia e Lison DOCG tra Venezia, Treviso e Pordenone. “Coltivare biologico – puntualizza Daniele Piccinin – significa secondo noi non sfruttare le piante e il terreno per ottenere uve di ottima qualità, ricche di aromi intensi, vinificate in azienda con la convinzione di ottenere un prodotto finale eccellente e salubre. Inoltre abbiamo voluto intraprendere la strada della produzione di vini senza l’aggiunta di solfiti, ne di altri coadiuvanti enologici”. E poi percorsi di certificazione specifici richiesti per l’esportazione mirata in Paesi come il Canada, la Cina e gli Stati Uniti. Principi generali quelli sposati alle “Carline”che poi si ritrovano, ad esempio, nelle tecniche di appassimento del Dogale, Verduzzo Friulano pluridecorato anche recentemente al Concorso della Città del Vino, che matura in appassitoio, naturalmente, secondo le condizioni climatiche. Ma vale anche, ovviamente, per le lavorazioni in vigna, dalle attenzioni prestate alla potatura verde al non utilizzo di anticrittogamici o insetticidi di sintesi. Da tutto questo sono nati tra gli altri, il Refosco dal Peduncolo Rosso, il Cabernet, il Bianco ed il Merlot.
Prossima tappa del corso FIS-ARGAV nel vicentino. Il secondo appuntamento del corso di avvicinamento al vino e alla viticoltura è in programma il 13 novembre all’azienda Maculan di Breganze (Vi).