Il primo dei quattro appuntamenti di “Arte e Vino” parte di un corso superiore di degustazione accademica, dedicato alla degustazione immaginativa, svoltosi ieri alla “Bulesca” a Selvazzano Dentro (Pd), non ha deluso le aspettative. Anzi! Un plauso, l’ennesimo, va rivolto a Carmen Terranegra, presidente del sodalizio cultural-enologico e ai suoi collaboratori che in questi anni hnnoa saputo coltivare l’innovazione nell’approccio al vino come pochi. Tra i vini in degustazione il Syrah 2016 di Stefano Amerighi (Cortona doc) e lo Chenin Blanc Le Vieux Clos di Nicolas Joly – Clos de la Coulée De Serrant 2014 hanno mostrato una marcia in più, una capacità evocativa superiore. Ma il parterre di bottiglie era tutto adeguato e piacevole anche considerato lo spirito della serata.
Francesco Falcone, relatore illuminato, ha lo sguardo dell’artista, dell’umanista che si approccia al calice con curiosa deferenza. Con umiltà e rispetto. E sempre con grandi aspettative a volte appagate, a volte meno, difficilmente deluse. La sua è una ricerca continua del “vino filosofale” dell’”Idea” del vino. Parla al vino come ad un amico al quale chiede confidenza, intimità. Il compagno per la vita al quale aprirsi e svelarsi senza titubanza o dietrologia. Il fulcro della sua degustazione “immaginativa” consiste nel mettere il vino al centro, o al fianco come dice lui, di una valutazione emozionale, extrasensoriale. E’ la narrazione ad occhi socchiusi, tono profondo e disteso, di un amico, il vino, che ti racconta il suo quadro esistenziale con sincerità, empatia: i colori e i profumi delle sue terre, i tepori e le brine sulle uve, le carezze del viticoltore, i tempi andati. Non è poesia frivola ed autoreferenziale l’approccio di Francesco basato comunque su solide basi culturali, professionali ed esperienziali. E non è certamente un tecnicismo chiuso e asettico come una scheda di valutazione. E’ un punto di vista, un’angolazione insolita. E’ la ricerca del Genius Loci. Un rifuggire da ogni omologazione, standardizzazione; dai giudizi tranchant di guru e parolai delle guide e della somellierie “istituzionale”. E’ la ricerca del bene, del buono e del bello nel vino. E’ lo sguardo sui meridiani nelle vicinanze del polo, il calice. E’ Arte e Vino. E’ l’indice puntato verso un nuovo “Rinascimento enologico”.