Serata piacevole e interessante, menù curioso e preparato con sapienza dagli chef Chiara Barisan e Domenico Rizzardi, vini in abbinamento di grande piacevolezza e pregevole ospitalità di Romano Vedova. La cena a 4 mani, parte del calendario di eventi promosso da amici e imprenditori della piccola frazione di Valdobbiadene in pieno Cartizze è stata l’evidenza che da queste parti c’è voglia di costruire qualcosa di duraturo e che valorizzi il territorio in rapporto a tutte le eccellenze dell colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio Unesco. IL CALENDARIO DEGLI EVENTI DI “SACCOL SI MOSTRA”



La serata con gli amici di Saccol vissuta ieri sera nella “Cena a quattro mani” (quelle degli chef Chiara Barisan e Domenico Riccardi) organizzata alla Locanda MaMaGiò è stata una serata piacevole e interessante. Una serata parte di un programma ricco di eventi immaginati per raccontare le potenzialità di un territorio rinomato e ambizioso, conosciuto ai più per le colline del Cartizze, universalmente riconosciute come la punta qualitativa più alta del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg.
Una kermesse nata grazie all’impegno di qualche amico del posto desideroso di recuperare e rilanciare la cultura e le tradizioni tipiche di questi luoghi; visionari al punto da immaginare che nel mare magnum del turismo esperienziale, del turismo enogastronomico, degli amanti del made in italy tout court, ma anche della “gita” fuori porta, slow, da spendere tra borghi e paesaggi mozzafiato, a piedi o in bici, anche Saccol possa rivendicare uno spazio proprio, distinto, particolare esattamente come Santo Stefano e San Pietro di Barbozza tanto per restare a Valdobbiadene (Tv).
Sbaglia chi pensa che sia solo una questione di campanile tra piccoli territori limitrofi. Una disfida bella e buona a chi ce la più lungo (il campanile…) per marcare il territorio visto e interpretato nel suo particulare. No! L’impegno profuso da cittadini più o meno impegnati nell’associazionismo, imprenditori della viticoltura, dell’accoglienza e della ristorazione, come, tra gli altri, Daniele Agostinetto, Romano Vedova, Luca Nardi, Virgilio Agostinetto e Livio De Stefani della Pergola si sentono parte di un’ospitalità e di un disegno imprenditoriale più grande e articolato che parte dalle Colline Patrimonio Unesco coi suoi ciglioni vitati e le sue dorsali e di cui Saccol vuole essere parte. Se è vero come è vero che in tutto questo il Conegliano Valdobbiadene Docg recita il ruolo di protagonista è altrettanto vero che ridurre la portata e la bellezza e la spendibilità di questi territori all’ambasciatore unico può risultare riduttivo.
È un discorso complesso, frutto di riflessioni profonde e articolate di tanti professionisti del settore, toccate anche ieri sera e che puntano il dito rispetto al turismo enogastronomico, da incentivare con grandi margini di crescita e potenzialità ancora in buona parte inespresse, sulla tendenza che hanno cantine e produttori a vivere il vino come mattatore unico e incontrastato intento a recitare una parte da solista che trova la sua consacrazione nella degustazione in cantina. È una visione “prodottocentrica” (cit. Fabio Piccoli) figlia di una ricerca della qualità imboccata qualche decennio fa quando bisognava rapidamente innalzare il livello per raggiungere canoni di competitività nel mondo più consoni e appropriati. Ma il vino, per quanto protagonista, è uno degli attori di un palcoscenico che deve essere più ampio e coinvolgente. E allora anche l’accoglienza in cantina così come al ristorante deve certamente parlare di vino e di cibo ma avendo la capacità di renderli parte di un’offerta turistica più completa e di una programmazione sibergica, condivisa tra tutti, più flessibile e ad interesse diffuso. Passi in cantina e ti interessa chi sono e cosa faccio in questo mondo? Ti interessa il mio vino? Che tu voglia o meno degustarlo ti accompagno anche col mio vino a vedere una realtà più grande e più bella dove potrai mangiare, dormire, passeggiare, visitare musei e palazzi storici, borghi e città d’arte. E qui si innesta un’altra riflessione: il personale, fossero gli stessi imprenditori, ristoratori, viticoltori, di realtà tendenzialmente piccole o medio piccole hanno un approccio e una preparazione adeguata a gestire tutto questo come si deve? Possono pagarsi personale formato come si deve per seguire bene questi aspetti? Non sempre! E allora se c’è una cosa che chi si occupa di governance nelle DMO (Destination Management Organization) deve fare è finanziare è proprio questo aspetto nell’interesse di tutti nonché coordinarne e integrarne le attività e la comunicazione. Il manico su tutto questo pesa eccome.
Di tutto questo abbiamo parlato ieri sera, con Romano Vedova e Daniele Agostinetto in particolare, nella convinzione che nel Paese più biodiverso al mondo com’è l’Italia, 0,5% delle terre emerse, con clima, condizioni orografiche, di venti e mari irreplicabili altrove e primo nel mondo per numero di vegetali commestibili, di specie animali, di vitigni autoctoni, di cultivar di olive ecc, per storia e patrimonio artistico, con produttori, artigiani del gusto e ristoratori abili come pochi a renderci unici e ambiti nel mondo per l’agroalimentare e l’enogastronomia, gli attori dell’ospitalità dovranno fare squadra anche per esercitare una responsabilità sociale mirata a proporsi ad un turismo veramente sostenibile per le nostre dimensioni e per la delicatezza del nostro patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.
LA CENA A 4 MANI
Il MaAMaGiò’ di Romano Vedova è un posto incantevole, un casale restaurato con gusto e sapienza in grado di inserirsi tra le colline del Cartizze con delicatezza e grande cura nel dettaglio. “L’edificio risale alla fine dell’800 – puntualizza Romano Vedova – ed è stato realizzato in pietra, proveniente da un’antica cava. Abbiamo voluto mantenere intatta l’essenza di questa antica casa di famiglia, integrandola con elementi contemporanei, per garantire all’ospite ogni comfort.I materiali scelti, quali legno, ferro e vetro, si fondono armoniosamente con la struttura originale”. E’ una terrazza stupenda, con camere per il pernotto di qualità internazionale, con un menù attento e calibrato e una carta dei vini curiosa e versatile. Territoriali al punto giusto, attenti alla stagionalità e alle materie prime tipiche della zona così come alla loro preparazione ma non limitati dal chilometro zero sempre e comunque e a tutti i costi. Si spazia eccome tra tante eccellenze regionali e non.









MENU’

SALUTO

Chiara: Tartare di cervo e fragoline
Chiara: Maritozzi al burro di carletti con gambero rosso
Domenico: Salvia panata con acciughe del cantabrico e pomodoro
ANTIPASTO

Domenico: Capesante con insalatina selvatica e spuma di lattuga
PRIMO


Chiara: Risotto alle ortiche con zest di limone e speck d’ anatra affumicato
Domenico: Tagliolini affumicati con sambuco , limone valeriana e caviale di storione
SECONDO

Chiara: Petto di faraona alla camomilla, con funghi di bosco
DOLCE

Domenico: Pinacolada
I VINI
Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg – Agostinetto Bruno e Daniele – 2021
Falanghina Campi Flegrei Doc – Contrada Salandra – 2019
Verdicchio Castelli di Jesi Doc – Classico Superiore – Villa Bucci 2022
Carmenère– IGT Marca Trevigiana – Giorgio Cecchetto 2021
Fior D’Arancio Colli Euganei Docg – Maeli – 2021
Il menu è stato indovinato e piacevole così come la scelta dei vini in abbinamento abilmente serviti e presentati dal sommelier Giovanni “Gianni” Luongo. La proposta di Chiara chef del Ristorante Enoteca Salis di Valdobbiadene (Tv) e di Domenico chef al MAMAGIO’ dal 2022 ha ottenuto il risultato di costruire una proposta gastronomica che esalta il territorio più limitrofo con le sue materie prime d’eccellenza ma che spazia e si impreziosisce con qualche primizia riconosciuta del Belpaese. Per loro ammissione Domenico e Chiara hanno vissuto l’evento con entusiasmo e vera disponibilità immaginando di poter ripetere l’esperienza in altre occasioni con l’auspicio che tra ristoratori e chef del territorio possa nascere una collaborazione fattiva, mirata ad un interesse di tutti.