Dal biologico alle attività in vigna e cantina fino all’innamoramento per il tappo a vite, la vita professionale dell’enologo e produttore di Soave è sempre stata declinata al futuro, tra sperimentazione e ricerca della massima qualità. La verticale di Staforte alla quale ho partecipate la scorsa settimana è un inno alle capacità evolutive e di invecchiamento del Soave.



Quella di Graziano Prà è una realtà vitivinicola che nasce da un produttore appassionato e lungimirante a pochi passi da Soave (Vr), uno dei borghi più belli d’Italia. Quella del vignaiolo è stata una strada segnata: dai vigneti di famiglia, gestiti dal nonno e dal papà, alla formazione come enologo. Il cambio vero è arrivato negli anni ottanta con costituzione dell’azienda F.lli Prà, inizialmente gestita da Graziano insieme al fratello, impegnato in campagna. Con lui l’azienda è cresciuta dando importanza ai territori, come il Monte Grande, cru dell’azienda, il Monte Bisson nel Soave e la Morandina nella Valpolicella e ai soli vitigni autoctoni. I vigneti di Graziano si trovano su quaranta ettari tra le colline del Soave, su suoli di origine vulcanica. Nelle colline della Valpolicella ha invece otto ettari composti da un suolo calcareo a scaglie, una zona molto fredda, influenzata dalle correnti dei Monti Lessini. Regime biologico, basse rese per ettaro, lavorazioni accurate in vigna, temperature controllate, ricerca di pulizia nel vino e di versatilità gastronomica sono il mantra di Graziano. “Il nostro obiettivo – sottolinea Graziano – è riuscire a valorizzare il territorio e produrre vini eleganti, longevi e senza difetti. Non viene utilizzata la malolattica nei vini bianchi con l’intento di mettere in luce le uve, si lavora con la pressatura soffice e per la vinificazione si usa solo il mosto fiore. Durante la fermentazione, per mantenere il frutto, le temperature sono basse e il processo di vinificazione è con gas inerte per prevenire il contatto con l’ossigeno. Per raggiungere l’obiettivo di qualità il vino viene lavorato il meno possibile e in cantina si utilizzano energie rinnovabili, fotovoltaico principalmente”.




Tappo a vite. Tappo a vite tutta la vita. È questa una delle scelte distintive dell’azienda vitivinicola di Graziano Prà che, molti anni fa, ha deciso di scommettere sul tappo a vite per i suoi vini bianchi, per arrivare anno dopo anno a imbottigliare anche le etichette più importanti dell’azienda, come il Monte Grande, un Soave classico Doc che nasce dai vigneti storici di famiglia. La ricerca di Graziano sull’utilizzo del tappo a vite è iniziata per trovare la soluzione migliore per l’affinamento del vino, e il primo vino a sperimentare questa strada è stato Otto, il Soave Classico Doc di pronta beva realizzato con uva Garganega al 100%. “Il tappo a vite supporta la longevità del vino, gli permette di evolvere correttamente e garantisce una chiusura perfetta – sottolinea Graziano – Sono queste alcune ragioni che sostengono la nostra scelta, una decisione maturata dopo tredici anni di osservazioni e degustazioni comparate di vecchie annate. Oggi siamo certi che il tappo a vite sia la scelta migliore per l’affinamento e la conservazione dei nostri vini, la risposta più forte al nostro desiderio di produrre vini buoni nel tempo, senza difetti ed eleganti.” Oltre alla longevità e alla garanzia dell’evoluzione in bottiglia l’azienda sostiene il tappo a vite anche per la clientela. “Comprare una bottiglia di Soave con il tappo a vite – aggiunge Graziano – significa non correre rischi ed essere certi di acquistare un vino che dipende dall’annata, e mai dal tappo. Inoltre, lavorando molto con i mercati esteri, il tappo a vite ci permette di reggere lo stress da trasporto, evitando tutti i problemi legati al posizionamento verticale o orizzontale e agli sbalzi di temperature tra un mezzo e l’altro”.
I vini. L’azienda è la somma delle scelte di Graziano Prà che da sempre ha messo al centro del suo lavoro la valorizzazione dei territori: c il Monte Grande, cru dell’azienda, il Monte Bisson nel Soave e la Morandina nella Valpolicella. Oggi Graziano Prà produce cinque etichette provenienti dai terreni del Soave, Otto, Staforte, Monte Grande, Colle Sant’Antonio e Passito Bianco delle Fontane, e la linea Morandina dai vigneti in Valpolicella, con i rossi Valpolicella, Ripasso e Amarone della Valpolicella.


La Verticale di Staforte. Giusto una settimana fa ho avuto occasione di degustare una verticale di Staforte dal 2004 al 2021. Un vero e proprio inno alle potenzialità di invecchiamento del Soave. Ma anche l’evidenza dello studio e della ricerca che Graziano Prà ha portato avanti per anni sul tappo a vite. Una scelta netta che Graziano ha fatto anni fa immaginando un vino che con gli anni potesse solo migliorare. Altra cosa messa in risalto dalla verticale è che c’è un prima e un dopo tappo a vite. Esattamente dall’annata 2016. E il dopo 2016 i vini si sono mostrati non standardizzati ma simili nel replicare in maniera piuttosto fedele e identitaria le tipiche caratteristiche organolettiche, beva e freschezza su tutte. Le sfumature tipiche di un’annata piuttosto che di un’altra si lasceranno apprezzare con gli anni di evoluzione.


L’Agriturismo Monte Bisson. L’azienda si è arricchita da qualche anno di un nuovo tassello grazie alla tenuta Monte Bisson. La cantina ha infatti da poco concluso la ristrutturazione di un antico podere di proprietà, dando vita a un agriturismo confortevole ed elegante, con due sole camere, dedicato a chi cerca una pausa rilassante tra le colline del Soave. Il richiamo al mondo del vino non può mancare, ecco quindi che le stanze portano i nomi di due vini iconici per Graziano: Staforte, come il suo Soave Classico DOC affinato in acciaio, e Monte Grande, il cru dell’azienda. Entrambe sono arredate in stile classico, con il pavimento in legno e colori naturali. Il Monte Bisson si trova a pochi chilometri dalla cantina Prà ed è immerso in una tenuta di 15 ettari, 7 di vigneti e 8 di bosco a soli tre chilometri dal borgo medievale di Soave, non lontano da Verona. Il podere è stato completamente rinnovato da Studio AcM secondo uno stile contemporaneo ed è composto al piano terra da un ingresso, dove non mancano divano e caminetto per le serate invernali, e da un luminoso salone condiviso, dove gli ospiti possono pranzare o rilassarsi di fronte a un’ampia vetrata con vista sui vigneti e sulle colline di Soave. All’esterno è stato creato un ampio orto-giardino contemporaneo che ospita 85 specie diverse di piante e fiori, a cui stagionalmente si aggiungono alcuni ortaggi. Dal Monte Bisson parte il Percorso Natura, un sentiero naturalistico con passaggio tra i vigneti fino ad arrivare al bosco che li circonda, lungo il quale è possibile visitare la torre veneziana del 1400. Un sentiero escursionistico alla portata di tutti per scoprire la biodiversità dei colli. A poca distanza dalla tenuta sono stati collocati inoltre due alveari, che non vengono utilizzati per produrre miele, ma per aumentare l’impollinazione dei fiori in vigna e proteggere così la biodiversità del luogo. L’apertura del Monte Bisson si inserisce all’interno dell’offerta enoturistica della cantina, che da inizio anno propone sei diversi tour guidati per vivere il vino e il territorio del Soave durante tutte le stagioni con escursioni e tour in e-bike, senza dimenticare le degustazioni con i vini dell’azienda.



