L’iniziativa benefica lanciata da Ais Veneto è stata fatta propria anche della altre delegazioni regionali. Degustazione verticale dell’Olmèra di De Stefani.
Il progetto Alba Vitæ diventa nazionale
L’iniziativa benefica lanciata da Ais Veneto è stata fatta propria anche della altre delegazioni regionali. Degustazione verticale dell’Olmèra di De Stefani.
Alba Vitæ – iniziativa solidale di AIS Veneto giunta alla sua undicesima edizione – valica per la prima volta i confini regionali. Sono infatti otto le Associazioni regionali che hanno aderito alla proposta sposandone la causa, ovvero raccogliere fondi destinati a un progetto sociale – quest’anno sarà destinataria la Cooperativa Sociale Rò La Formichina sorta nel 2001 a Santa Venerina (Catania) dall’esperienza della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Bonzi.
Il vino scelto da AIS Veneto è il bianco IGT Olmèra 2019 di De Stefani, prodotto di punta dell’azienda di Fossalta di Piave, nel Veneziano, venduto in versione magnum. Il nome Olmèra rende omaggio al bosco di olmi che originariamente ricopriva il territorio di Fossalta di Piave dove, da oltre trent’anni, si trova il vigneto che da origine a questo vino che nasce da un uvaggio di friulano e sauvignon: il primo conferisce corpo e struttura e viene appassito per circa un mese ricercando lo sviluppo della muffa nobile per poi fermentare e maturare in barrique sui propri lieviti, mentre il secondo, che regala aromaticità ed eleganza, fermenta e matura in vasche di cemento.
EDIZIONE NAZIONALE
“Siamo fieri del fatto che Alba Vitae non sia più confinato soltanto al nostro territorio – sottolinea il presidente AIS Veneto Marco Aldegheri – ma che altre associazioni regionali si siano unite a noi nell’iniziativa, abbracciandone la causa”.
Se il Veneto si è concentrato sull’Olmèra, ecco i vini selezionati per la prima edizione nazionale di Alba Vitae nelle altre regioni: Prima Terra 2015 – Montepulciano d’Abruzzo Doc di Valle Martello (Abruzzo); Volvito 2016 – Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Doc di Caparra & Siciliani (Calabria); Niccolò V 2016 – Colli di Luni Rosso – Cantine Lunae (Liguria); Morellone 2017 – Rosso Piceno Superiore Doc – Azienda Le Caniette (Marche); Macchiarossa 2016 – Tintilia del Molise Dop di Claudio Cipressi Vignaiolo (Molise); Senes 2017 – Cannonau di Sardegna Riserva Doc (Sardegna) di Argiolas; Etna Rosso 2016 Doc di Primaterra (Sicilia).
NOTE DI DEGUSTAZIONE
L’Olmera di cantina De Stefani proviene da una tenuta di circa un ettaro e da un vigneto di 37 anni di età. Terreno argilloso. Produzione tra le 4000 e le 7000 bottiglie all’anno. Superficie divisa tra tai (63%) e sauvignon (37%) raccolti a mano e con le stesse proporzioni si compone l’uvaggio. Il sauvignon viene fermentato e affina in vasche di cemento per un anno in totale. Il friulano viene raccolto con vendemmia tardiva, quasi un leggero appassimento in pianta, e parzialmente colpito (tra il 30 e il 50%) da muffa nobile (botritis cinerea). Fermenta in barrique di legno nuovo e sempre in barrique affina per un anno. Il blend affina sei mesi in cemento.
La degustazione verticale è accompagnata da Giampaolo Breda (2019), Cristian Maitan (2016), Lorena Ceolin (2013), Graziano Simonella (2011) e da una lettura d’insieme di Edy Furlan.
Annata 2019
Il vino è giallo paglierino limpido. Il naso è intenso e complesso. Fine. Si avverte la presenza del sauvignon con tipiche note vegetali, fiori bianchi, frutta fresca, anche esotica, e agrume. L’erbaceo spunta nitido con sentori di salvia e basilico ma anche erma di prato appena tagliata. Note balsamiche e di leggera tostatura. In bocca è caldo e secco e spicca per freschezza. Complessivamente pronto, armonico, abbastanza robusto.
Annata 2016
Il 2016 ripropone le stesse caratteristiche organolettiche ma si avverte meno il varietale di sauvignon e la frutta è più matura, compreso l’agrume e la frutta esotica. Frutta secca. L’erbaceo vira verso il fieno e le spezie si fanno sentore con note di zafferano e vaniglia. Un vino maturo, robusto, rotondo al palato. All’occhio balza un colore giallo che dal paglierino punta verso il dorato.
Annata 2013
Cromaticamente un po’ più vivace del 2016 e da un punto di vista dei profumi si nota ancora più frutta secca, più fieno, erbe officinali e aromatiche con punte di mentuccia e menta piperita. La frutta inizia ad appalesare un inizio di canditura. Sempre armonico e maturo. Esuberante nella sua freschezza.
Annata 2011
Colore ancora vino, splendente quasi un verde dorato. Spezie di vaniglia e zafferano, fiori bianchi, gelsomino. Frutta secca, candita, agrumata matura. Grande beva con la convinzione di avere ancora prospettiva in evoluzione davanti.
Complessivamente la verticale evidenzia le caratteristiche di un vino di grande struttura e complessità sia al naso che in bocca. Di grande freschezza e beva anche dopo dieci anni a conferma che si tratta di un vino da aspettare per coglierne a pieno le sfumature organolettiche. Lungo in bocca è un vino versatile che trova nel sottobosco autunnale l’abbinamento ideale, tra funghi e tartufi. Un vino che regge bene carni salsate e in umido, formaggi anche stagionati nelle versioni più datate, zuppe di pesce speziate e cariche di aromi e risotto di funghi misti mantecato al parmigiano.