L’ultimo dei quattro appuntamenti di “Arte e Vino” parte di un corso superiore di degustazione accademica svoltosi alla “Bulesca” a Selvazzano Dentro (Pd), ha goduto della lectio magistralis di Doctor Wine Daniele Cernilli. Una serata didascalica dove si sono apprezzati dei veri e propri flaconi di territorio, considerate le caratteristiche organolettiche dei vini e ampelografiche dei vitigni, che il geografo (per quanto laureato in filosofia) prof. Cernilli ha spiegato in maniera chiara, cartina alla mano. Il vino non è solo la poesia della terra ma ne è anche il sapore e l’odore. E un terreno sabbioso piuttosto che argilloso chiede vitigni diversi per vini diversi.

Daniele Cernilli, critico enologico di fama internazionale, considerato tra i più influenti giornalisti e “uomini del vino”, è stato tra i fondatori del Gambero Rosso e ha curato per 24 anni la Guida dei Vini del Gambero Rosso Sloow Food. Nel corso della sua carriera ha degustato, valutato e classificato circa 150.000 vini, ha inventato inoltre il noto sistema di classificazione da uno a tre bicchieri. Ha creato il web magazine “DoctorWine” che è diventato rapidamente uno dei principali riferimenti nel mondo del vino”.
“Le memorie di un assaggiatore di vini … sono fatte di luoghi, di ricordi e di personaggi, ma anche di profumi, di colori e di sapori. La capacità di coglierli e di riconoscerli è una qualità che si affina nel tempo, con l’esperienza e con la passione, proprio come accade per gli esperti di musica o di arte. Con la sola differenza che mentre arte e musica sono abbastanza replicabili in luoghi e tempi diversi, e possono addirittura essere cristallizzati in registrazioni o fotografie, per il vino ciò è ovviamente impossibile. L’estrema evanescenza delle sensazioni procurate dall’assaggio di un grande vino “vive” soltanto nel presente e dura quanto dura la bottiglia che si è aperta, affievolendosi sempre più nella memoria successiva. Sembra un esercizio di filosofia attualistica, invece è solo ciò che accade quando le narici e le labbra di un assaggiatore incontrano il bordo del calice che contiene un vino da degustare”. Tratto da “Le Memorie di un assaggiatore di vini” di Daniele Cernilli – Einaudi Editore
In degustazione:
Rosso Conero Riserva Campo San Giorgio 2012 – Umani Ronchi
Collio Bianco Fosarin 2018 – Ronco dei Tassi
Alto Adige Santa Maddalena Classico 2018 – Wassererhof
Roero Arneis Cecu d’la Biunda 2018 – Monchiero Carbone
Muracada Bovale 2017 – Audarya
Sagrantino di Montefalco 25 Anni 2015 – Arnaldo Caprai
Passito di Pantelleria Ben Ryé 2016 – Donnafugata