Volano gli avvoltoi, accorrono le iene. Sulle spoglie del movimento che fu si lanciano compagni e avversari. Ma a chi conviene veramente?
Si potrebbero dire tante cose sulle motivazioni che hanno recentemente spinto il Cavaliere a cercare un approccio col governo attuale sullo scostamento di bilancio poi votato all’unanimità in Parlamento. Spirito Patrio? Senso del dovere? Realpolitik? Non importa! Fosse anche semplice mercimonio i cui termini e obiettivi sono sconosciuti ai più, siamo al canto, politico per carità, del cigno. E gli avvoltoi, ma anche gli animali di bassa corte, se ne sono accorti. Tanti e per tante volte in questi ventisei anni dalla famosa discesa in campo, hanno venduto la pelle dell’orso di Arcore prima di averlo abattuto. E il carniere del Silvio nazionale è pieno di avversari interni ed esterni e di delfini mancati che hanno pensato a più riprese e in momenti diversi di banchettare sulle sue spoglie. Non sarà domani, non sarà dopodomani, probabilmente avrà ancora qualche carta da giocare per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, ma il viale del tramonto è bello che imboccato. Ce lo dice anche l’anarchia movimentista con cui dispone le truppe sul campo: guastatori in grado di dire tutto e il contrario di tutto nell’arco di una giornata secondo gli umori, non sempre le strategie, del Capo. Spostamenti brevi, dal respiro corto, piccolo cabotaggio privo di slancio e prospettiva. Il Re è nudo e i suoi fedelissimi si agitano come i tonni nella tonnara.
Ma prima del Leader maximo, quello che sicuramente è gia ai titoli di coda è Forza Italia o quel poco che resta di un quasi movimento di soli eletti abbarbicati nelle istituzioni, non certo un Partito radicato nel Paese con un corpo tangibile di votanti e sostenitori. Ed è qui che si aggirano fameliche le iene. L’eredità, più il brand che i consensi, fa gola a chi ritiene di proporsi come erede, più o meno legittimo, e leader, per i prossimi dieci anni almeno, di un’area che potremmo definire “Centro-Destra”. A sinistra della Lega e di Fratelli d’Italia non ci sono praterie ma c’è un centro, il luogo del moderatismo, del popolarismo europeo, da sedurre e inglobare. L’Opa su FI, non sempre ostile, è partita da tempo. Ma se qualcuno pensa che assisteremo ad un passaggio di consegne ufficiale a Salvini o alla Meloni o a tutti e due fa un torto al Cavaliere e alla sua storia. Un errore tanto grande quanto pensare che l’elettorato, qualcosa di più del poco che resta della classe dirigente forzista impegnata a perpetrare se stessa, sia disposto tout court a traslare imbelle, in ossequio al principio dei vasi comunicanti, verso la Lega o Fratelli D’Italia.
Ecco, questo è il punto. Cosa faranno gli orfani e le vedove, politicamente parlando, di Silvio? Come si riposizionerà il fu elettorato di Forza Italia? Fino a che punto converrà a Lega e Fratelli d’Italia favorire l’implosione di Forza Italia e banchettare sui resti? Quanto potranno ancora marciare la Lega e Fratelli d’Italia verso il centro politico? E quanto potranno erodere a quel piccolo centro in cerca d’autore dove pascolano Azione, Italia Viva e il futuro “Partito di Conte”?