Mercoledì scorso ho preso parte ad una bellissima degustazione di 4 diverse tipologie di garganega con alcuni amici e colleghi. Vini nuovi proposti dall’azienda alcuni dei quali di “ricerca”. Si è parlato di anfore, di ossidazione, di vini naturali, di orange.

Ricercatore è più una vocazione che una professione. Nel caso di Marco Sambin le due cose coincidono. Parliamo di un “viticultore” appassionato e professore ordinario di Psicologia all’Università di Padova di lungo corso, che alla coltivazione della vite e alla produzione del vino, unisce la formazione di giovani psicoterapeuti presso la splendida tenuta, sede dell’azienda. L’azienda, nata nel 2002, si trova a Valnogaredo, frazione di Cinto Euganeo (Pd) nel pieno dei Colli Euganei in un’ambiente tipicamente mediterraneo con cipressi, ginestre e mandorli ed è il frutto del restauro di un podere abbandonato. La proprietà copre 4 ettari che dominano su una splendida vallata immersa nel verde e nella tranquillità di vigne e ulivi. “Siamo nel cuore calcareo del parco regionale, dove i suoli ricchi di calcio e minerali donano ai vini forza e carattere”, sottolinea Sambin. “Dall’inizio volevamo produrre un vino senza compromessi, naturale, capace di parlare allo spirito e sedurre il palato. Il primo risultato di tanto lavoro è stato il Marcus, taglio bordolese, un vino che da subito ha dato grandissime soddisfazioni”. Nel tempo, insieme a Guido Busatto, agronomo ed enologo, sperimentano barbatelle e produzioni con una certezza: uve prodotte con metodo biologico dinamico in cui estrema attenzione è posta alla cura della vita del suolo.
Mercoledì scorso ho preso parte ad una bellissima degustazione di 4 diverse tipologie di garganega con gli amici e colleghi Giambattista Marchetto e Andrea Guolo. Vini nuovi proposti dall’azienda alcuni dei quali di vera e propria ricerca. Si è parlato di anfore, di ossidazione, di orange. Del circuito Vinnatur al quale aderiscono. E si sono apprezzati spunti organolettici di livello e profondità assoluti. Annate diverse e vini originali: la versione ferma “Sarah”; la rifermentata in bottiglia “Martha”; la lunga macerazione “Psiche”; e, infine, la versione passita “Helena”.
Se poi parliamo di Marcus, parliamo di vigne allevate sulle terrazze argillo-calcaree del monte Versa; il versante è quello meridionale caratterizzato dalla presenza della scaglia bianca e da intrusioni di rosso ammonitico e calcare puro ricco in stratificazioni di selce nera. La notevole quantità di argilla ben strutturata permette ai vini di esprimersi con potenza e ricchezza fenolica. Le viti di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, più una piccola percentuale di Syrah, sono allevate a cordone speronato con densità intorno a 9000 piante/ha. L’irrigazione è utilizzata come semplice soccorso e ogni fase di lavorazione è fatta esclusivamente con l’apporto manuale: potatura a basso impatto, lavori verdi, diradamenti programmati e vendemmia.

Le uve del Marcus passano per una diraspapigiatrice e confluiscono in un fermentino in acciaio. La fermentazione avviene a temperatura controllata per un periodo di 10-18 giorni a seconda del vitigno, con operazioni frequenti di follature, delestages, rimontaggi. “L’esperienza acquisita in questi anni – sottolinea Sambin – ci ha permesso di lavorare in piena naturalità anche in cantina con l’abbondono dei lieviti selezionati: la fase fermentativa, previa un pied de cuve, è svolta interamente dalla flora naturale con lo scopo di potenziare l’effetto terroir e di annata. Finita la macerazione le vinacce vengono sgrondate e delicatamente pressate con un tradizionale torchio di legno”.
Guido Busatto lavora con denominazioni italiane di spicco e ha collaborato con importanti realtà internazionali francesi e spagnole. Ha sviluppato una grande esperienza nella conduzione biologica e biodinamica dei vigneti. “il suolo e la materia prima ci parlano continuamente, dobbiamo imparare ad ascoltare la natura e a leggerne i segnali con un minimo intervento in cantina”