L’impegno della Cantina Toblino a salvaguardare e rilanciare lo storico vitigno autoctono a bacca bianca Trentino ha portato a tre declinazioni enologiche con tempi, aspettative e prospettive diverse: L’Ora, Largiller e lo storico Vino Santo Trentino. In via di sperimentazione uno spumante metodo classico.
Tra il lago di Garda e le Dolomiti di Brenta, nella Valle dei Laghi, Cantina Toblino interpreta la ricchezza e la complessità della Nosiola, vitigno autoctono trentino a bacca bianca, in tre declinazioni: L’Ora, Largiller e Vino Santo Trentino. Frutto di un lungo processo di ricerca e valorizzazione grazie all’impegno dei vignaioli locali e di Cantina Toblino, negli ultimi anni la nosiola ha scoperto una nuova e diversa prospettiva che va oltre la nomea di un’uva considerata adatta solo a vini di pronta beva. Attraverso tecniche di e vinificazioni più complesse con macerazioni a freddo e affinamenti in recipienti di forma e materiali differenti, i produttori hanno saputo dare vita a vini capaci di distinguersi e che rappresentano appieno le valli trentine. In via di sperimentazione uno spumane metodo classico. “Abbiamo deciso di scommettere sulla nosiola – spiega Carlo De Biasi, direttore generale di Cantina Toblino – perché rappresenta le ricchezze e le eccellenze del nostro territorio. Lo studio del vitigno e le tradizioni del passato sono le basi per creare proposte di qualità apprezzate dalla critica e dai consumatori. Il nostro compito è far conoscere la nobiltà di quest’uva impiegando tecniche antiche e moderne che abbinano gli insegnamenti di un tempo a coltivazioni rispettose dell’ambiente e delle caratteristiche della nosiola”.
Dalla visione di Cantina Toblino nascono, come detto, tre etichette con vocazioni e abbinabilità diverse. Con riferimento all’omonima brezza che dal lago di Garda soffia tra i filari della Valle dei Laghi, L’Ora è un vino equilibrato, dalla piacevole bevibilità, e di grande freschezza. Largiller è la punta di diamante della linea Vènt, progetto enologico dedicato alla viticoltura biologica intrapreso dalla cooperativa trentina. Con una fermentazione di oltre 6 anni in botti grandi di rovere, Largiller completa il suo affinamento in bottiglia e, dopo quasi 7 anni dalla vendemmia, è pronto per essere degustato. Il principe della nosiola resta sempre e comunque il Vino Santo Trentino, riconosciuto come Presidio Slow Food. Da sole uve coltivate nei campi vitati della Conca di Toblino, la cantina trentina raccoglie nel mese di ottobre i grappoli in cassette e li lascia riposare stesi in fruttaio su graticci detti arèle per 7 mesi, favorendo l’appassimento naturale. Qui la ventilazione garantita dall’Ora del Garda e l’attecchimento della muffa nobile botrytis cinereaall’interno degli acini completano l’opera. La tradizione vuole che la pigiatura avvenga durante la Settimana Santa: da questa fase si ottiene un mosto ricco e concentrato, con una resa media di 20 litri per 100kg di uva fresca. Segue poi una lunga fermentazione spontanea, dai 2 ai 3 anni, e un affinamento in botti di rovere per oltre 10 anni. Dopo questo lungo processo, nasce il Vino Santo Trentinodi Cantina Toblino. Brillante e ambrato, al naso sprigiona un bouquet fine e complesso e al palato una persistenza e una spalla acida adeguata all’importante residuo zuccherino.









CANTINA TOBLINO
Nota come storica cantina sociale, oggi l’azienda agricola Toblino Srl coltiva i circa 40 ettari dell’antica mensa vescovile in regime biologico, mentre Cantina Toblino riceve le uve da più di 600 soci-viticoltori per un totale di oltre 850 ettari vitati. Fondata da un piccolo gruppo di viticoltori nel 1960, Cantina Toblino nasce come cooperativa basata sull’impegno e sulla solidarietà dei vignaioli per garantire la produzione sostenibile di uve e vini di alta qualità e per fronteggiare un mercato sempre più competitivo. Centrale per il salvataggio e il recupero di icone dell’enologia trentina, quali la nosiola e il Vino Santo, la cantina trova dimora a Piano Sarca, zona strategica e facile da raggiungere per tutti i produttori della vallata. Con la prima vendemmia, datata 1964, Toblino inizia ufficialmente l’attività, diventando nel corso degli anni il punto di riferimento per la viticultura nella Valle dei Laghi e, in generale, nel Trentino. Gli anni ‘80 e ‘90 segnano la crescita della cooperativa: grazie all’acquisto di nuove attrezzature, a costanti investimenti in tecnologie all’avanguardia e allo sviluppo di metodi di coltivazione basati su concimazioni e sistemi di difesa rispettosi dell’ambiente.
Con un bagaglio di pratiche e strumenti innovativi, nel 2009 Cantina Toblino decide di fare un passo importante per orientarsi verso un futuro più sostenibile. L’installazione di impianti fotovoltaici e la messa a punto di un sistema di illuminazione led hanno permesso un notevole risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di CO2. La svolta più significativa arriva l’anno successivo, quando Cantina Toblino decide di destinare parte dei vigneti al più grande appezzamento Bio della regione e convincendo sempre più soci alla conversione biologica.
Una realtà capace di gestire le vigne con competenza, che conta sulla professionalità del Presidente Bruno Lutterotti, del Direttore Carlo De Biasi, dell’enologo Claudio Perpruner e degli agronomi Nicola Caveden e Giuliano Cattoni.
DUE ANIME PER UNA GRANDE CANTINA
Cantina Toblino racchiude in sé due anime: da un lato lo spirito cooperativo, dall’altro la vinificazione sperimentale con 40 ettari dell’antica mensa vescovile dedicati alla coltivazione biologica e gestiti direttamente dalla cantina attraverso l’azienda agricola Toblino Srl. Cantina Toblino, grazie ai suoi vigneti e a una platea di viticoltori sapienti e attenti alle tradizioni, offre vini DOC e IGT di qualità. Dalle colline di Vezzanese alla Valle di Cavedine e di Calavino-Toblino, si ottiene una produzione totale pari a 500.000 bottiglie, provenienti da vitigni autoctoni e internazionali. La superficie vitata è composta dalle uve autoctone Nosiola e Rebo e dalle vigne a bacca bianca Chardonnay, Pinot Bianco e Manzoni Bianco su tutti e poi Kerner, Gewurztraminer e Muller Thurgau e a bacca nera Pinot Nero e Lagrein. Tra le bollicine di montagna di Cantina Toblino spiccano il Trento Doc Antares Brut da uve Chardonnay e l’Antares Rosé da Pinot Nero.
SOSTENIBILE E BIOLOGICO: IL MANTRA DI CANTINA TOBLINO
La sostenibilità ambientale per Cantina Toblino è un tema di centrale importanza per un’efficace tutela del territorio. Costruzioni in legno a basso impatto ambientale, energia verde ottenuta da impianti idroelettrici e fotovoltaici, riduzione degli sprechi idrici e riciclaggio degli scarti di produzione, come lieviti e vinacce.
Da anni la cantina promuove la viticoltura biologica in Trentino. Proprio questa dedizione ha spinto molti soci-viticoltori ad aderire alla produzione di uve biologiche, grazie anche alla riscoperta di antiche tecniche agronomiche – quali la pratica del sovescio – che permettono di incrementare la fertilità del terreno in modo naturale e rispettoso. Lo sviluppo di una viticoltura biologica, sostenibile a livello ambientale, umano e produttivo, è il loro mantra. Cantina Toblino è partner di numerosi progetti di studio e di ricerca, tra questi Impetus, progetto europeo quadriennale a cui aderiscono 32 realtà internazionali, ha l’obiettivo di sperimentare e validare nuove soluzioni multisettoriali e territoriali che si adattino a cambiamenti climatici sempre più repentini. Su questo fronte, la cantina lavora allo sviluppo di soluzioni capaci di adattarsi alle aree montane europee. La divulgazione di nuove e antiche pratiche di coltivazione si concretizzano inoltre nell’adesione a importanti progetti e certificazioni: SQNPI, Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata, e Certificazione BIO Valoritalia.
TERROIR UNICO, UVE AUTOCTONE E IL RUOLO DEI VENTI
Mosaico di vigneti, ulivi, boschi e montagne, la Valle dei Laghi è un territorio particolare, protetto dalle alti Dolomiti, in cui la vegetazione mediterranea trova il giusto connubio con quella alpina. Viti coltivate per secoli su campi strappati alla montagna e lontane da ogni forma di coltivazione intensiva, si trasformano in cantina tra botti di rovere francese e in anfore di terracotta.
Nella vallata creata dal fiume Sarca, le vigne di Cantina Toblino beneficiano di due importanti correnti d’aria: il Pelèr, vento proveniente dalle vette dolomitiche, e l’Ora, la famosa brezza che soffia dal Lago di Garda. Proprio sul ruolo essenziale dei venti e, in generale, considerate le caratteristiche naturali del terroir è nata la linea Vènt che racconta l’identità e le tradizioni di quest’area enologica.
La linea Vent. Foll, lo Chardonnay elegante, vivace e complesso della linea Vènt, ricorda la persistenza e l’intensità dell’omonimo vento, che regola lo straordinario microclima della valle. Las è un Lagrein rotondo, corposo e tenace come la pietra granitica che arricchisce il suolo su cui crescono i filari delle vigne. Cantina Toblino celebra il passato con Praàl, un Pinot Bianco armonioso il cui nome deriva dalla capitale dell’antica municipalità vescovile, che un tempo delimitava le vigne. Da Fòra (letteralmente “da fuori”) è il nuovo Manzoni Bianco che ricorda l’importanza dell’apertura alle influenze esterne. Vènt inoltre omaggia la passione per la viticoltura con Baticòr (ovvero batticuore), un Pinot Nero elegante, delicato e ben definito e con Largiller reinterpreta e valorizza le qualità dell’uva Nosiola. Infine, la linea riserva: le migliori vigne di Chardonnay della Valle dei Laghi danno vita a Vènt Extra Brut, un Trento DOC con un lungo periodo di maturazione (oltre 36 mesi) a contatto con i lieviti.
TRADIZIONE E CREATIVITÀ IN CUCINA: HOSTERIA TOBLINO






Accanto a vigne e vini, non poteva mancare un tempio dedicato all’enogastronomia trentina. Hosteria Toblino è il connubio perfetto tra specialità del territorio e creatività culinaria, tra tradizione e modernità, tra sostenibilità e design: qui le proposte dello chef Sebastian Sartorelli reinterpretano in chiave innovativa i grandi classici di un tempo. Dal 2007 il ristorante offre agli appassionati l’opportunità di assaporare le leccornie locali in abbinamento a una superba carta dei vini. Vantare un fiore all’occhiello dell’enogastronomia rappresenta per il distretto vinicolo della Valle dei Laghi un’occasione per accrescere la reputazione dell’intera area. Hosteria Toblino, infatti, cattura l’interesse dei wine lovers grazie alla sua proposta di vini, di altissima qualità, che spazia dalle eccellenze della Cantina, all’enologia cult del Trentino e dell’intera Penisola italiana, fino ad arrivare a una ristretta rosa di pregiate etichette internazionali, scelte accuratamente dal Sommelier e Restaurant Manager Franco Zanella.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Cantina Toblino interpreta la ricchezza e le complessità della Nosiola, vitigno autoctono trentino a bacca bianca, in tre declinazioni: L’Ora, Largiller e Vino Santo Trentino. Tre etichette con vocazioni e abbinabilità diverse. Con riferimento all’omonima brezza che dal lago di Garda soffia tra i filari della Valle dei Laghi, L’Ora è un vino equilibrato, dalla piacevole bevibilità, e di grande freschezza. Largiller è la punta di diamante della linea Vènt, progetto enologico dedicato alla viticoltura biologica. Il principe della nosiola resta sempre e comunque il Vino Santo Trentino, da sole uve coltivate nei campi vitati della Conca di Toblino raccolte nel mese di ottobre. I grappoli vengono lasciati riposare stesi in fruttaio su graticci detti arèle per 7 mesi, favorendo l’appassimento naturale.
Nosiola 2021 – Vigneti delle Dolomiti IGT

Le uve di nosiola maturano su terreni calcareo marnosi vendemmiate nella seconda metà di settembre. La raccolta è manuale e la resa dei vigneti allevati a pergola trentina è di 75 hl/ha. Fermenta in acciaio inox a temperatura controllata e matura in acciaio per sei mesi. 12% il grado alcolico.
È un vino giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli. Il naso è delicato, fruttato di mela verde croccante ma soprattutto floreale di camomilla e fiori bianchi con sentori di nocciola. Il gusto è secco, di buona mineralità e grande freschezza. È un vino equilibrato e fine che si abbina a pesce di lago, frutti di mare e carni bianche.
L’Ora – Nosiola Vigneti delle Dolomiti Igt – 2015 e 2003

In questo caso i terreni sono calcarei, marnosi, ma c’è anche il granito e il sistema di allevamento aggiunge alla pergola trentina il guyot. Vendemmia manuale a fine settembre, resa 60 hl/ha, passa oltre un mese ad appassire sui graticci. Fermenta su tonneaux di acacia vecchi e nuovi con macerazione sulle bucce e fecce fini. Invecchia in tonneaux di acacia vecchi e nuove per oltre dodici mesi e poi altri due anni in acciaio inox e almeno sei mesi in bottiglia. Il grado alcolico arriva a 14%. Il colore è un giallo paglierino quasi dorato e il profumo intenso e complesso somma alla frutta matura e secca, nocciola in particolare, una nota speziata e balsamica. In bocca è persistente e quasi robusto, rotondo, equilibrato e fine. Dopo i dieci anni i profumi e gli aromi diventano ancora più profondi e persistenti. La frutta si fa leggermente candita e la frutta secca ancora più viva e interessante. Si abbina bene a paste ripiene e primi piatti al ragù di carni bianche, formaggi di media stagionatura, pesce in genere, anche zuppe, risotto ai funghi e al tartufo.
Largiller – Nosiola Vigneti delle Dolomiti Igt – Selezione Vent – 2013 e 2010

Qui i terreni sono scoscesi e i pendii in avvallamento con depositi detritici, substrato marnoso/argilloso-calcareo e agglomerati. Il sistema di allevamento è a pergola trentina e l’uva nosiola viene vendemmiata manualmente tra fine settembre e inizio ottobre. Resa di 50 hl/ha. Fermenta in parte in acciao inox e in parte in vecchie botti di rovere francese da 60 hl. Mediamente il tenore alcolico è il 13%. Il colore è un bel giallo paglierino carico. E l’aroma spazia dalla frutta, caratteristica la mela verde, anche agrumata al fiore di ginestra. Sentori di spezie e balsamici si aggiungono al solito profumo di nocciola. In bocca è intenso ed elegante, piuttosto persistente. Fine ed equlibrato, la freschezza è importante. Oltre i 10 anni è un vino particolarmente persistente che sviluppa sentori ancora più complessi e maturi. È un vino ottimo con antipasti, primi e secondi a base di carni bianche, pesce, formaggi stagionati. Azzeccato con paste e risotti ai funghi e tartufo.
Vino Santo Trentino Doc – 2005 E 1965

I grappoli vengono lasciati riposare stesi in fruttaio su graticci detti arèle per 7 mesi, favorendo l’appassimento naturale. Qui la ventilazione garantita dall’Ora del Garda e l’attecchimento della muffa nobile botrytis cinereaall’interno degli acini completano l’opera. La tradizione vuole che la pigiatura avvenga durante la Settimana Santa: da questa fase si ottiene un mosto ricco e concentrato, con una resa media di 20 litri per 100kg di uva fresca. Segue poi una lunga fermentazione spontanea, dai 2 ai 3 anni, e un affinamento in botti di rovere per oltre 10 anni. Dopo questo lungo processo, nasce il Vino Santo Trentino di Cantina Toblino
Parliamo di nosiola allevata a pergola trentina che poggia su pendii in avvallamento con depositi detritici, substrato marnoso-argilloso-calcareo e agglomerati. Vendemmiata manualmente a fine settembre, inizio ottobre, raggiunge la resa di 20 hl/ha. Dopo i 6 mesi sulle arele l’uva viene pressata appassita e botrizzata. Fermenta per oltre due anni in piccole, vecchie botti di rovere. Matura dodici anni in piccole e vecchie botti di rovere e oltre un anno in bottiglia.
Il colore è ambrato e brillante e il profumo straordinariamente complesso ed elegante, con sentori di fichi secchi e albicocca, scorza d’arancia, cannella che sono contornati da sfumature di nocciola, confettura e miele. In bocca è piacevolmente dolce, caldo e rotondo, con un’acidità importante che si bilancia perfettamente con il residuo zuccherino. Grande persistenza con un retrogusto senza fine.
Da servire preferibilmente ad una temperatura di 8-10°C è perfetto in abbinamento con formaggi erborinati, foie gras e pasticceria secca come lo strudel trentino radicolare, la torta fregolotta o il biscotto. Si può degustare da solo, un perfetto vino da meditazione a fine pasto.
Invecchiamento: è capace di regalare grandi soddisfazioni e piacevolezza anche a 50 anni dalla vendemmia. Il 1965 degustato si è dimostrato arzillo e piacevole oltre ogni aspettativa.