Dalla degustazione dei vini di Giusti Wine, prodotti nella nuovissima cantina a Nervesa della Battaglia, alla storia di un ritorno all’Italia dopo le fortune in Canada.
Letta distrattamente può sembrare la classica storia di un emigrato di ritorno in Italia. E in effetti Ermenegildo Giusti, dopo aver fatto fortuna all’estero con sacrifici, impegno e abnegazione, è tornato in patria per riassaporare le origini e i trascorsi di famiglia.
L’azienda vitivinicola Giusti è dunque un buen retiro tra le splendide colline del Montello dove godersi i risultati di una vita di fatiche? È certamente questa una delle motivazioni che hanno spinto l’imprenditore, emigrato in Canada cinquant’anni fa e oggi a capo di una delle più grandi imprese edili d’oltreoceano, a tornare a Volpago del Montello (Tv) dove ha trascorso infanzia e giovinezza. È evidente però che il piglio con cui i Giusti hanno abbracciato il settore vitivinicolo, arrivando a disporre di 100 ettari di superficie vitata e di una cantina ipogea che si sviluppa su 5 piani fino a 8 metri sottoterra, è manageriale e guarda al vino con una visione di lungo periodo, con investimenti mirati sulla sostenibilità e una sensibilità ambientale dalla pianta al calice.
UN RITORNO SFIDANTE
Giusti Wine nasce dunque nel 2000, con l’acquisto dei primi due ettari di terreno, non come un passatempo bensì come una sfida.
All’impianto del primo vigneto nel 2006 fa seguito un piano di investimenti che porta a un allargamento della superficie, divisa in dieci tenute ubicate nel Montello e lungo la piana alluvionale della Destra Piave nel comune di Nervesa della Battaglia (TV). “Il mio sogno è sempre stato quello di costruire qualcosa in Italia – sottolinea Ermenegildo Giusti – Mi sentivo in dovere di farlo per ringraziare la mia famiglia e il mio Paese per tanta fortuna. Quando sono tornato nella terra da dove ero partito, ho trovato aree abbandonate e incolte, tesori storici e architettonici dimenticati. Per me, invece, è vitale che il paesaggio e la terra siano in armonia con la natura e la storia”.

Un passo importante è l’investimento sulla nuova cantina ipogea, inaugurata a luglio 2021. Progettata con criteri ecosostenibili, ubicata al centro della Tenuta Sienna, si sviluppa su 5 piani. È un’opera mastodontica, progettata dall’architetto Armando Guizzo, che ha richiesto un investimento di 15 milioni di euro e 5 anni di lavoro. Progettata con l’idea di riprodurre il movimento naturale delle colline, è sovrastata da un vigneto per essere ancor meglio integrata nel paesaggio. La visita offre un percorso dedicato: attraverso una promenade tra i luoghi di produzione, si scopre come nasce il vino, quali sono le caratteristiche dei diversi vitigni e qual è la storia del fondatore. Il percorso prosegue fino ad arrivare alla piazzetta interrata, valorizzata da alberature e un velo d’acqua a cascata per poi concludersi sul belvedere dove godere della vista sui vigneti di proprietà, sul Montello.
IL RECUPERO DELL’ANTICA ABBAZIA
La cantina si trova ai piedi del colle dominato dall’Abbazia di Sant’Eustachio, monastero benedettino del 1062 situato a Nervesa della Battaglia, che nel 2012 Ermenegildo Giusti ha deciso di recuperare. In questo edificio, nel 1549, Monsignor Della Casa scrisse Il Galateo.
L’Abbazia negli anni era stata completamente abbandonata, dopo esser stata ridotta a rudere dai bombardamenti della Grande Guerra. Seicento giorni di lavoro hanno restituito fascino, vita e cultura al monastero, che oggi risplende più che mai diventando un polo culturale e di incontro d’eccellenza, aperto alle visite. Contestualmente al restauro dell’Abbazia, è stato recuperato anche il vicino e silenzioso Eremo di San Girolamo.
Nel sotterraneo della Tenuta Abazia, a poche centinaia di metri dalla cantina, si trova la barricaia dove riposa per trenta mesi in piccole botti di rovere il taglio bordolese Umberto I.
IL TERRITORIO E LE TENUTE
Il Montello è una zona collinare unica, circondata dall’alveo del fiume Piave. Geologicamente è uno dei suoli più antichi d’Italia ed è stata per secoli uno dei boschi da cui la Serenissima Repubblica di Venezia prendeva il legname per la costruzione delle imbarcazioni. Il suolo di natura carsica è ricco di ossidi di ferro e di argilla: la tipica terra rossa. Fra le colline del Montello e il Piave si estende l’area di produzione della Docg Asolo Prosecco Superiore e della Doc Montello e Colli Asolani. Inoltre in Valpolicella Classica l’azienda gestisce altri due appezzamenti da cui vengono prodotti l’Amarone della Valpolicella Classico Docg e il Valpolicella Ripasso Superiore Doc.

Alcune delle tenute Giusti ospitano relais dedicati agli amanti dell’enoturismo di qualità, di luoghi e itinerari lontani dai consueti circuiti turistici. L’intento è quello di far vivere agli ospiti un’esperienza unica, dove natura, vino, storia e cultura si mescolano armoniosamente, soggiornando in ambienti confortevoli e autentici.
SOSTENIBILITÀ CERTIFICATA, PIWI E VITIGNI AUTOCTONI
Nelle lavorazioni in campagna, grande attenzione viene data alla sostenibilità ambientale, al ripristino della vegetazione arborea originale, alla cura dei boschi e alla tutela delle acque. La raccolta delle uve viene fatta esclusivamente a mano, mentre la viticoltura è studiata per ridurre al minimo l’impatto ambientale (no erbicidi, confusione sessuale contro gli infestanti, 24 ettari in bio) e le vecchie vigne vengono sempre recuperate per non perdere il bagaglio storico e varietale che si portano dietro.
Tutto questo accompagnato dalla produzione di energia da fonti rinnovabili e l’attenzione per conservare al meglio la bellezza e l’armonia del paesaggio. L’azienda ha infatti ottenuto nel 2019 la certificazione per la produzione integrata (SQNPI).
Giusti Wine è inoltre impegnata nella sperimentazione con vitigni PiWi – merlot korus e sauvignon nepis – e nella valorizzazione delle varietà locali come la recantina. Quest’ultima è un’uva presente quasi esclusivamente in questa zona fin dall’antichità, sebbene ne esista documentazione scritta soltanto dal periodo rinascimentale. Un’antica varietà coltivata in appena 10 ettari, che era a rischio di estinzione e che i Giusti, assieme ad altre aziende del territorio, hanno recuperato e ora valorizzano attraverso i vini sul mercato.
L’Asolo Prosecco Superiore, invece, è il vino che rappresenta più di qualsiasi altro le bollicine di questo territorio collinare del Veneto. L’altitudine, le forti escursioni termiche e la ricchezza minerale dei terreni si esprimono al meglio in un prosecco dal tenore zuccherino mediamente basso, che nella versione extra brut arriva a 3 g/l, con spiccata freschezza e note minerali.
Convinti di esprimere al meglio il potenziale di questo territorio, in Giusti Wine hanno avviato nel 2020 una collaborazione con l’enologa di fama internazionale Graziana Grassini.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Umberto I, Rosso Veneto Igt
Uvaggio: merlot, cabernet sauvignon
Vinificazione: separata in acciaio delle uve merlot e cabernet sauvignon
Affinamento: in barrique per 24-30 mesi

Di colore rosso rubino scuro e concentrato, al naso regala aromi dolci di composta di susine e di nespole, accenni di cannella. Al palato è corposo e vellutato, con un tannino morbido che addolcisce il sorso e conduce a una chiusura che ricorda la buccia asprigna della prugna.
Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut
Uvaggio: 100% glera
Vinificazione: prima fermentazione a temperatura controllata con lieviti selezionati. Presa di spuma a bassa temperatura in autoclavi

Un calice giallo paglierino tenue e limpido, dalla bolla fine e persistente. I profumi sono diretti e floreali, con un aroma di pera croccante. In bocca è fresco e asciutto, dalla bolla piacevole e persistente, un sorso beverino che chiude con una bella sensazione minerale.
Augusto, Recantina Doc Montello
Uvaggio: 100% recantina, raccolta nella prima decade di ottobre
Vinificazione: in acciaio con un contatto tra buccia e mosto-vino di circa 15 giorni, a cui segue fermentazione malolattica in legno
Affinamento: in botti di rovere di Slavonia da 2,5 hl per un periodo di 12-14 mesi, imbottigliamento e breve affinamento in bottiglia

Rosso purpureo intenso. Al naso un frutto rosso asprigno, visciola, ribes nero e note floreali di viola. Bella al palato la freschezza, con sensazioni erbacee di ruta e una bella morbidezza. Sul finale ricordi di visciola ed erbe aromatiche.
Sant’Eustachio, Bianco Veneto Igp
Uvaggio: sauvignon nepis, chardonnay e incrocio Manzoni
Vinificazione: fermentazione alcolica a temperatura controllata con lieviti selezionati.
Affinamento: a riposo per un lungo periodo a contatto con i lieviti di fermentazione e agitato periodicamente

Il primo vino dell’azienda a utilizzare il vitigno piwi Sauvignon Nepis in blend, al naso rivela una sensazione aromatica che ricorda subito l’incrocio Manzoni, mitigata da note fresche e di frutto esotico. Al palato è fresco con un frutto bello e pieno, dalla sapidità piacevole. Un sorso beverino e perfetto per l’abbinamento pesce.