Nonostante l’annata complessa, la qualità media dei vini è più che buona. Grandi aspettative su pinot grigio e chardonnay per i bianchi e su schiava e pinot nero tra i rossi. Tra le referenze degustate, sugli scudi il Sauvignon Sanct Valentine della Cantina di San Michele Appiano e un sorprendente Sylvaner di Pacher Hof.
L’Alto Adige è uno dei territori vinicoli più piccoli d’Italia, ma grazie alla sua posizione geografica è anche uno dei più variegati. La viticoltura, infatti, si estende dai piedi dei massicci alpini più elevati a Nord, fino ai vigneti di un paesaggio decisamente mediterraneo a Sud. Cinquemila viticoltori si dividono una superficie vitata di poco più di 5.500 ettari (98% classificati doc), distribuita nelle zone climatiche più disparate, su terreni diversi e a quote che variano fra 200 e più di 1.000 metri slm. Sono 218 le cantine che producono 320mila ettolitri per 40 milioni di bottiglie (64% vini bianchi e 36% rossi). Un terroir quanto mai differenziato fa sì che tanti vitigni trovino condizioni di crescita ideali. Vignaioli indipendenti, cooperative e tenute, da decenni raggiungono grandi risultati anche grazie al contributo, da sempre tutelato e salvaguardato, che proviene da piccole strutture a conduzione familiare.
Dal 2007, tutti i soggetti che ruotano intorno al mondo del vino in Alto Adige si sono organizzati nel Consorzio Vini Alto Adige, che ha aperto la strada allo sbocco su molti nuovi mercati internazionali. Allo stesso tempo, l’Alto Adige si è affermato come zona di produzione italiana più apprezzata per i vini bianchi, come dimostra il fatto che da anni vanta il maggior numero di premi e riconoscimenti in rapporto alla superficie coltivata. Negli ultimi anni, grazie all’introduzione nel 2014 della menzione “vigna”, riservata ai vigneti storici, la denominazione d’origine è diventata ancora più rilevante.
Per poter beneficiare di quest’appellativo, le parcelle fondiarie devono avere caratteristiche omogenee per sistema d’allevamento, età delle viti, densità d’impianto e vitigno coltivato, e le loro uve vanno vendemmiate e vinificate separatamente dalle altre. Ogni “vigna” prende il nome dalla toponomastica della cartografia ufficiale, e attualmente ne sono riconosciute 40, con una superficie totale di circa 60 ettari. Oltre a queste, però, si possono utilizzare per la denominazione d’origine anche le sottozone.
TERRA IDEALE PER LA VITICOLTURA
Trecento giornate di sole all’anno e un clima continentale temperato, fanno dell’Alto Adige un territorio ideale per la viticoltura. La catena alpina che si staglia a Nord scherma efficacemente l’Alto Adige dai venti freddi settentrionali, mentre verso Sud l’orografia del territorio si apre accogliendo gli influssi benefici del Mediterraneo. Le forti escursioni termiche fra il giorno e la notte, una temperatura media di 18 gradi durante il periodo vegetativo e la presenza di precipitazioni frequenti, sono gli ingredienti ideali per vendemmiare uve di qualità, perfettamente mature e ricche di aromi tipici. Le caratteristiche geologiche delle aree viticole altoatesine cambiano spesso da una tenuta all’altra, anche a distanze minime. Si va dal porfido vulcanico alla roccia metamorfica di quarzo e mica, dal terreno calcareo o dolomitico alle marne. È in questa varietà di terreni che i vini altoatesini trovano condizioni ideali di crescita. Altri vigneti, invece, sono situati su versanti o terrazzamenti dove prevalgono i sedimenti morenici.
In Alto Adige i vigneti seguono idealmente lo sviluppo dei due fiumi principali, l’Adige e l’Isarco, costeggiandoli per quasi 90 chilometri sul loro corso, dalle Alpi a Nord fino alla piana pedemontana a Sud, dove regna una flora di impronta mediterranea. La Val Venosta, situata nel lembo nordoccidentale, è la sottozona di produzione con le precipitazioni più scarse e la produzione più bassa. Vi si coltivano soprattutto il pinot bianco, il riesling e il pinot nero. La Val d’Isarco, anch’essa ubicata a Nord, è considerata una roccaforte dei vitigni bianchi, fra cui alcune specialità come il kerner, il sylvaner o il müller thurgau. Nell’area che circonda la città di Merano, che beneficia di un clima mite, prevalgono i vitigni come la schiava, il pinot nero, il pinot bianco e il sauvignon. Fra Merano e Bolzano, su terreni di arenaria porfirica rossa, si producono eccellenti vini bianchi dal gusto spiccatamente minerale.
Nella conca del capoluogo Bolzano, che è il terzo comune vinicolo dell’Alto Adige per produzione annua, si producono da un lato il Santa Maddalena classico sulla collina omonima e su quelle contigue, un uvaggio di schiava particolarmente pregiato, mentre nel quartiere di Gries si concentrano i cru più vocati del lagrein, favoriti da un suolo alluvionale facilmente riscaldabile e da terreni ricchi di sabbia e ghiaia. Poco a Sud di Bolzano sorge Appiano, il primo comune altoatesino per produzione vinicola. Insieme a Caldaro, con cui condivide le colline vitate che circondano il lago omonimo, è il cuore pulsante della viticoltura altoatesina. Qui a far la parte del leone sono i vitigni schiava, pinot bianco, chardonnay e sauvignon. Nella porzione più meridionale della zona di produzione dell’Alto Adige, fra Cortaccia e Salorno, si coltivano anche vitigni a maturazione tardiva come il cabernet sauvignon. I villaggi di Mazzon e Montagna sono invece considerati le roccaforti del pinot nero, mentre a Termeno è il gewürztraminer a sfoggiare la sua classe inimitabile.
VENDEMMIA POSITIVA NEL 2020
Il Consorzio Vini Alto Adige ha tracciato il bilancio della vendemmia 2020, che si è rivelata soddisfacente nei risultati raggiunti, nonostante le condizioni atmosferiche abbiano dato filo da torcere ai vignaioli altoatesini. Il risultato emerso nella degustazione di maggio scorso non lascia ombre di dubbio sulla qualità raggiunta. “L’annata 2020 è stata sicuramente impegnativa – commenta Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige – dalle prime settimane di maturazione fino alla scelta del momento giusto per vendemmiare. Ma nonostante tutto la vendemmia è stata positiva: in cantina si va delineando un’annata di qualità buona per i vini bianchi, tra cui si distinguono gli ottimi risultati raggiunti da chardonnay e pinot grigio. Tra i rossi, pinot nero e lagrein hanno raggiunto una qualità eccellente, con merlot e cabernet che si sono attestati comunque su buoni livelli, nonostante le condizioni meteorologiche precarie abbiano richiesto una vendemmia più precoce. La schiava si presenta meno corposa rispetto alle annate precedenti”. Nello specifico la vendemmia 2020, rispetto alla media degli ultimi anni, presenta un tenore zuccherino mediamente inferiore di 1 Grado Babo (unità di misura che definisce il contenuto zuccherino presente in un mosto), mentre l’acidità totale si è confermata ai livelli consueti.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Josef Brigl – Alto Adige Santa Maddalena Dop Vigna Rielerhof – 2020
Uvaggio: 95% schiava e 5% lagrein
Vinificazione e affinamento: la fermentazione avviene a temperatura controllata in piccole vasche d’acciaio con costanti rimontaggi giornalieri. Una volta terminata il vino svolge la fermentazione malo-lattica in antiche botti di legno dove poi affina per i restanti mesi fino all’imbottigliamento.Le uve provengono dalla Vigna Rielerhof a Laste Basse-Renon a 500 m s.l.m. Il terreno è calcareo e ghiaioso su base in porfido. L’impianto decennale a pergola è situato nella parte bassa, verso il fondovalle.
È un vino rosso rubino, limpido e consistente. Al naso svettano i profumi di marasca, amarena, mora e soprattutto mandorla. Si avverte una scia minerale e una piccola nota balsamica. In bocca il vino è secco, abbastanza morbido e il tannino è delicato. Fresco e abbastanza sapido. È complessivamente equilibrato, armonico, abbastanza robusto e maturo. Speck e formaggi sono l’abbinamento ideale, ma anche carne salada e tortel di patate.

Joseph Hofstatter – Alto Adige Gewürztraminer Dop – Joseph 2020
Uvaggio: 100% Gewurztraminer
Vinificazione e affinamento: Le uve vengono leggermente pigiate sin da subito e il mosto lasciato per alcune ore a contatto con le bucce. Segue un’attenta pressatura, la precipitazione naturale dei sedimenti e la fermentazione a temperatura controllata.
Le uve provengono da un terreno marnoso, leggero, ben ventilato e soggetto a veloce riscaldamento. In vinificazione le uve vengono leggermente pigiate sin da subito e il mosto lasciato per alcune ore a contatto con le bucce.
Questo Gewürztraminer esprime al meglio le caratteristiche del vitigno: di colore paglierino carico e luminoso, ha una buona concentrazione. Intenso nei profumi che spaziano dal floreale con una nota di rosa, anche essiccata, al frutto, alle spezie. In bocca è morbido, secco ma con una caratteristica vena aromatica, con una buona spalla acida e mineralità. Di media robustezza, è abbastanza persistente, equilibrato, fine e pronto. È un vino che si accompagna bene con i formaggi saporiti stagionati, crostacei e preparazioni speziate e affumicate.

Cantina San Michele Appiano – Alto Adige Sauvignon Dop – Sanct Valentin 2020
Uvaggio: 100% Sauvignon
Vinificazione e affinamento: la quota maggiore (75%) è fatta fermentare in tini d‘acciaio, nei quali il vino giace sui lieviti fini fino a fine aprile. La parte rimanente è vinificata e affinata in parte in tonneaux (20%) e in parte in botti grandi (5%).
È il vino bianco più famoso della cantina di San Michele-Appiano. Da più di 20 anni il Sauvignon Sanct Valentin beneficia delle eccezionali condizioni offerte dalle singole parcelle ai piedi della Mendola. I vigneti allevati a guyot, di età variabile tra i 10 e i 33 anni, sono tra San Michele e Appiano Monte tra i 450 e i 600 metri slm. Sono esposti a sud-est su terreni ghiaiosi con importante contenuto calcareo.
Nel calice si presenta giallo paglierino con sfumature verdognole, limpido e abbastanza consistente. Il naso è fine, intenso e complesso. Spazia dalla frutta a pasta gialla, al ribes, fiori di sambuco e foglia di pomodoro. In bocca è intenso e persistente, equilibrato e fine. Armonico e pronto, ancora piuttosto lontano dalla maturità. Caldo e abbastanza morbido, fresco. Si abbina bene al pesce alla griglia, seppie in umido, risotto alle verdure e pasta al ragù di carni bianche, formaggi di media stagionatura.

Pacer Hof – Sylvaner Alto Adige Valle Isarco DOC – 2020
Uvaggio: 100% Sylvaner
Vinificazione e affinamento: fermentazione lenta a temperatura controllata in cisterne d’acciaio inox; affinamento per circa sei mesi sui lieviti fini in fusti d’acciaio e grandi botti di legno
A Novacella, Conca di Bressanone, a un’altezza di 620 – 700 metri slm la varietà Sylvaner coltivata a guyot, poggia su depositi morenici permeabili, composti a micascisto, paragneis e quarzite. Età media delle piante 8-15 anni.
Sorprendente. Questo vino giallo paglierino chiaro, limpido e abbastanza consistente, si apre al naso con profumi freschi, intensi e fini, che spaziano dal floreale all’erbaceo fino alla frutta come ananas e banana. In bocca si rivela un vino intenso, equilibrato, pronto e armonico. Versatile negli abbinamenti, si accompagna a diversi piatti di pesce, carni bianche, insalate di riso, paste fredde alle verdure, insaccati e speck, asparagi.

Cantina Colterenzio – Alto Adige Chardonnay Dop – Altkirch 2020
Uvaggio Chardonnay 100%
Vinificazione e affinamento: fermentazione del mosto a temperatura controllata (18°) in acciaio, una piccola parte in grandi botti di legno. Affinamento per alcuni mesi sulle fecce fini.
Il vitigno è nato in Francia e viene coltivato in Alto Adige da circa un secolo. È allevato su terreni sabbiosi e profondi con depositi ghiaiosi.
Giallo paglierino limpido con riflessi verdolini. Il vino si presenta con profumi intensi e ampio bouquet che spazia dal fiore alla frutta, anche esotica, con qualche nota erbacea. È intenso e di buona persistenza al gusto, secco e abbastanza morbido, fresco. È un vino pronto, equilibrato ed armonico, fine. Si accompagna a pesce, in particolare bollito e al forno, carni bianche anche un po’ speziate, pasta alle verdure.

Cantina St. Pauls – Alto Adige Pinot Bianco Dop – Plotzner 2020
Uvaggio: Pinot Bianco 100%
Vinificazione e affinamento: Fermentazione in botti di legno grande, maturazione sui lieviti fini, parziale fermentazione malolattica.
In passato, quando l’Alto Adige era ancora prettamente una terra di vini rossi, la zona collinare intorno al Plötznerhof, sopra al Castel Boymont, diede una chance al Pinot Bianco. L’incontro tra i venti freschi di montagna, l’arido terreno calcareo e il porfido, una pietra ricca di quarzo dall’elevata capacità termica, resero questo fazzoletto di terra poco soggetto a precipitazioni, il luogo ideale per coltivare un Pinot Bianco dall’anima profonda. I vigneti sono esposti ad est, proprio sopra il paese di San Paolo; terreno postglaciale d’origine morenico-calcarea (550-650m s.l.m.). I vigneti hanno un’età media di 20 – 50 anni.
Il vino appare limpido, giallo paglierino e abbastanza consistente. Il naso è intenso e piuttosto complesso con note floreali e di frutta, in particolare pesca bianca, agrume, mandorla. Il sorso è piacevole, fine, equilibrato e armonico. Il corpo è medio e lo stato evolutivo è maturo. È secco e abbastanza morbido, sapido e abbastanza fresco. È un vino ottimo per l’aperitivo e si accompagna bene a piatti di pesce in generale.
