Con la regia di Michael Gasparini, i 13 associati, produttori rinomati della Valpolicella, si sono raccontati senza veli, senza fronzoli, senza retorica. Il film è dedicato alla memoria di Luciano Piona di Terre d’Orti.
Segnali di ripartenza nel veronese. Con la speciale edizione di ottobre del Vinitaly alle porte, le Famiglie Storiche hanno presentato ieri nella sala del Teatro Rivoli a Verona il docufilm “Le Famiglie Storiche – un racconto sull’Amarone” con la regia del giovane regista Michael Gasparini. L’associazione, nata nel giugno del 2009 dall’unione di 10 storiche cantine della Valpolicella che oggi conta 13 soci attivi del “mondo Amarone” (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato) ha scelto di svelarsi senza fronzoli. Un progetto corale sorretto dal forte desiderio di raccontarsi e condividere la passione per il proprio lavoro e il proprio territorio, girato e lavorato nell’ultimo anno, in pieno lock down da pandemia. Un’idea originale: “ritenevo fondamentale – sottolinea Michael Gasparini – dimostrare come si potesse comunicare tutti assieme con efficacia, nonostante la difficoltà a raggiungere un equilibrio fra 13 personalità estremamente differenti, e con stili comunicativi diversi. Quando proposi di realizzare le interviste in studio con un semplice sfondo bianco, quindi fuori del loro habitat abituale, fui sorpreso che tutti accettassero la proposta, felici di mettersi in gioco, nonostante qualcuno ridendo mi confidasse che non era mai stato intervistato né era abituato a parlare in pubblico. Questa difficoltà si è subito trasformata in sfida con un concetto ben definito: le interviste non sarebbero state di carattere tecnico o enologico, ma più personali, sul loro stile di vita e sulla loro passione. Alle stesse domande ciascuno rispondeva a modo suo, ma allineato, in una vera e propria comunità”. Il risultato è notevole, grazie soprattutto alle interviste a sfondo bianco, di grande cifra stilistica e il filo conduttore è uno storytelling autentico, fuori dai soliti schemi narrativi talvolta retorici ed eccessivi, che mette a nudo i produttori. Addirittura con una parte divertente, autentica, di fuori onda nel finale. Svestiti i panni dei supereroi intenti a salvare il mondo col vino, dei capitani d’industria tutti d’un pezzo e soli al comando, si mostrano appartenenti ad una storia più grande e datata di ogni singolo dove il vino è il risultato di storie personali, saghe familiari, cultura, passione e attenzione al territorio e la Valpolicella il palcoscenico.
La lavorazione del film si è svolta, come detto, nei lunghi mesi di lockdown nonostante le difficoltà logistiche ed organizzative. “Il docufilm Le Famiglie Storiche – un racconto sull’Amarone – precisa l’attuale Presidente dell’Associazione Alberto Zenato – nasce come uno sforzo congiunto per identificare e divulgare quel patrimonio che i nostri nonni e padri prima di noi hanno custodito e contribuito a valorizzare e per garantire che venga trasmesso alle generazioni future. Un heritage che rappresenta l’eredità della tradizione, ma allo stesso tempo è parte concreta del nostro presente e stimolo verso il futuro. Un racconto di quella modalità tipica della famiglia in cui si condividono esperienze, passioni, problemi, ci si confronta in modo schietto e genuino, si cercano soluzioni insieme, pur mantenendo ognuno la propria identità”.
Alla fine della proiezione una tavola rotona con alcuni associati che hanno tracciato una panoramica sulle prospettive dell’Amarone con l’ambizione di contribuire a preservarlo come grande vino perché possa continuare ad essere, di conseguenza, un grande businness. Si è parlato di export, di uvaggi, del disciplinare di produzione e visioni commerciali. Ma si è parlato anche del futuro di un vino, della sua vocazione ad essere degustato come vino da meditazione ma anche della sua abbinabilità al cibo.
La giornata è proseguita presso l’Antica Bottega del Vino, acquistata nel 2011 dalle Famiglie Storiche, che vanta una lunga storia ed ha le sue radici nel XVI secolo, periodo della Serenissima Repubblica di Venezia, quando era Osteria lo Scudo di Francia. Diventerà poi la Biedemeier nel XVIII secolo con gli austriaci a Verona e dal 1890 Bottega del Vino. La degustazione proposta, un ventaglio ampio ed esaustivo della proposta vinicola delle Famiglie, si è rivelata attenta e piacevole così come il menù in abbinamento.
Il docufilm Le Famiglie Storiche – un racconto sull’Amarone rappresenta il punto di partenza di un autunno positivo, con un calendario fitto di appuntamenti, non ultimo l’edizione di ottobre del Vinitaly alla quale parteciperanno, in cui le Famiglie riprendono le attività e le degustazioni in presenza. Il film è dedicato alla memoria di Luciano Piona di Terre d’Orti, improvvisamente mancato durante le riprese.
Michael Gasparini – regista
Michael Cristian Gasparini, classe 1988, è originario della Valpolicella, esattamente di Negrar (VR) che nella zona cosiddetta classica è uno dei luoghi vocati per la produzione dell’Amarone. Ha studiato fotografia a Milano, presso l’Accademia di Fotografia John Kaverdash, seguendo plurimi corsi di edit video e sceneggiatura. Terminati gli studi ha viaggiato nel mondo con esperienze formative a Londra, Los Angeles e Melbourne, mete che oggi ripercorre per attività lavorative. Film maker sempre attento alla costruzione progettuale di ogni video, attualmente il suo settore di specializzazione è quello della moda dove ha lavorato per brand noti come Tezenis, Falconeri, Intimissimi, Calzedonia, Atelier Emé, HTC Los Angeles, Carrera Jeans, Dsquared2, Emporio Armani, Versace JC, Bulgari, SKY, PROGETTO QUID, Longchamp, MAX MARA, Diesel. La sua attività spazia in ogni caso in altri settori: il docufilm ne è appunto un esempio.
Chi sono: la nascita delle Famiglie Storiche
L’idea di fondare una associazione che riunisse diverse aziende produttrici dell’Amarone, venne per primo a Sandro Boscaini (oggi presidente della Masi, e Cavaliere del Lavoro) nel lontano 2009: il desiderio, entusiastico, era quello di condividere un pensiero comune, cioè cercare di raccontare al mondo un grande vino, importante e speciale, ma non ancora abbastanza riconosciuto per la sua vera e intrinseca qualità.
Un vino prezioso e il suo territorio vocato, la Valpolicella, dove le antiche pratiche colturali intersecano un territorio ricco di antichità, tradizione, ospitalità ed eleganza. Un vino e la sua arte nel produrlo, oltre i dettami del disciplinare, secondo i principi “sani e buoni” espressi da ciascuna delle singole Famiglie.
La nascita dell’associazione rappresentava dunque un’azione comunicativa comune e sinergica, per conferire all’Amarone la giusta visibilità che meritava e che un’azione individuale non avrebbe avuto la forza di trasmettere a gran voce. Le prime aziende ad aderire con entusiasmo sono 10, secondo i criteri dell’essere “famiglie” (da cui appunto il nome), proprietarie di vigneti dedicati e per le quali la produzione di Amarone costituisce oltre che una passione fortissima, una parte importante della produzione.
L’associazione diventa quindi luogo deputato per lo scambio di idee, permettendo a ciascun associato di diventare protagonista e testimone del mondo Amarone e trattandosi di un gruppo operativo di lavoro, non di un club elitario, resta aperta all’ingresso di nuovi soci selezionati, mantenendo costantemente una sorta di “sguardo dinamico” sulla tradizione. Le attuali 13 Famiglie rappresentano almeno il 15% della produzione di Amarone in Valpolicella, che annovera all’incirca 300 aziende produttrici.

Valpolicella, la culla dell’Amarone
Per capire ed apprezzare l’Amarone è importante conoscere il territorio da cui ha origine: la Valpolicella, che si trova nel Nord-Est dell’Italia, tra il Lago di Garda e i Monti Lessini. E’ proprio la combinazione di questi due elementi che contribuisce a rendere il clima della Valpolicella particolarmente mite. La presenza fondamentale del Lago di Garda mitiga molto le temperature sia invernali sia estive. La zona di produzione da Ovest verso Est si differenzia in Valpolicella Classica, Valpolicella Valpantena e Valpolicella Orientale. Complessivamente più della metà della produzione di vino Amarone proviene dai vigneti situati sulle colline che le Famiglie dichiarano essere i più vocati per la produzione di vino Amarone di altissima qualità.
La Valpolicella Classica gode di un clima più mite, con escursioni termiche meno evidenti che donano vini più fragranti e dinamici, mentre la Valpolicella Orientale, dalle escursioni termiche più importanti (per via delle lunghe vallate), conferisce ai vini maggior vigore e compattezza.
Se la Valpolicella Classica è caratterizzata da vini di fine espressione fruttata e floreale, quella Orientale, anche in virtù della maggior diffusione del vitigno Corvinone, presenta vini dove accanto al frutto maturo compaiono importanti sfumature speziate.
L’associazione lavora per dare un’identità alle diverse valli della Valpolicella, per riconoscere un valore diverso alle colline, dove è nato l’Amarone. Caratterizzano in maniera unica tutta la zona di produzione le “marogne”, terrazzamenti a secco, presenti soprattutto nella zona collinare: un’eredità degli avi che fa capire come si sia potuto utilizzare in maniera unica un territorio difficile e portarlo a rendere in modo equilibrato, più utile e sicuramente più sicuro per il rendimento della vite. I vitigni autoctoni grazie proprio a questa disposizione su terrazzamenti si giovano così di una luce più intensa e completa.
Le Famiglie Storiche vivono in un territorio candidato a diventare Patrimonio dell’Unesco, un territorio che cercano di proteggere con consapevolezza, responsabilità e sostenibilità, sottraendolo all’urbanizzazione: ne sono custodi della bellezza, e si impegnano a preoccuparsi del suo futuro.
L’Amarone
L’Amarone, il più prestigioso tra i vini Veronesi, è il risultato di un procedimento che unisce tre importanti attori: la vigna, il fruttaio e la cantina. Cinque sono i vitigni coinvolti per la produzione di questa eccellenza italiana: la Corvina veronese, varietà nobile (la percentuale varia dal 45 al 95%) per struttura, aromi e morbidezza, il Corvinone per complessità aromatica, la Rondinella (dal 5 al 30%) per colore e sapidità, la Molinara per freschezza, e l’Oseleta per colore e struttura. Altri vitigni locali (come ad esempio Negrara, Forsellina, Dindarella, Rossignola …) possono essere usati in una percentuale minore.
La selezione in vigna prevede la raccolta a mano dei grappoli più spargoli (così non ci sarà ristagno di umidità fra acino e acino durante l’appassimento e si eviterà la comparsa di muffe). I grappoli vengono riposti quindi sulle tradizionali “arele” (ripiani di canna palustre) o in cassettine di legno o plastica all’interno dei fruttai. Il periodo di appassimento dipende dall’andamento climatico dell’annata e generalmente si protrae almeno fino alla metà di dicembre”.
Questo processo chiave viene controllato meticolosamente per evitare la comparsa di muffe dannose o di ottenere vini troppo concentrati, alcolici e sgraziati. Durante l’appassimento l’uva perde almeno la metà del proprio peso, il livello di acidità si abbassa, la relazione tra fruttosio e glucosio si modifica, i polifenoli diventano maggiormente concentrati e la glicerina aumenta. Solo dopo questa fase di appassimento avviene la spremitura e la vinificazione. L’Amarone viene solitamente affinato per almeno 2 anni che diventano 4 per le riserve, tempi largamente superati da tutte famiglie.
L’Antica Bottega del Vino
Dal 2010 Le Famiglie Storiche sono proprietarie de L’Antica Bottega del Vino di Verona, un locale che vanta le sue radici nel lontano Cinquecento, e che ancora oggi, grazie alla sua storia, alla proposta gastronomica veneta e alla straordinaria carta dei vini, resta un punto di riferimento per la città di Verona, per l’Italia oltre a essere riconosciuta a livello internazionale. Alle Famiglie oggi la responsabilità di mantenere viva questa tradizione e suo essere luogo d’incontro privilegiato per la degustazione dei suoi Amarone.
“Locale Storico d’Italia”, dal 2004 insignita del prestigioso premio “Wine Spectator Grand Award” per la Carta Vini, L’Antica Bottega del Vino esiste sin dai tempi della Repubblica di Venezia, quando si chiamava Osteria Lo Scudo di Francia. Durante l’Impero Austro-Ungarico (di cui mantiene lo stile) prese il nome di Osteria Biedemeier e poi nel 1890, con i fratelli Sterzi, fu acquistata dalla Cantina Sociale di Soave e denominata Spaccio Vini Cantina Sociale, per venderci Soave sfuso. Solo nel 1957, acquistata dalla famiglia Rizzo-Grigolo, venne trasformata in un ristorante vero e proprio, passato nel 1987 alla proprietà Pascucci-Barzan, prima di arrivare a Le Famiglie Storiche. A lungo luogo d’incontro per artisti e intellettuali, oggi punto di riferimento del buon vivere cittadino, amata da giornalisti e wine lover, “La Bottega” – come viene affettuosamente chiamata a Verona – è guidata da Luca Nicolis, in cucina lo chef Luca Dalla Via, in sala l’head sommelier Alberto Bongiovanni.