La degustazione delle tre referenze principali firmate da Graziano Merotto permette di (ri)scoprire l’eleganza di prosecchi extra-dry e dry, oggi poco considerati dalle mode.
Graziano Merotto è la storia del Prosecco, del Valdobbiadene e poi del Conegliano Valdobbiadene docg. Una storia passata a coltivare le vigne, iniziata quando il vino era un alimento e l’allevamento della vite si sommava a quello dei maiali, dei bovini, di oche e galline, frutta, verdura e cereali. Un’economia innanzitutto di sussistenza che poi Graziano ha evoluto iniziando a produrre vino col fondo (sur lie) da uve glera, in un’azienda vitivinicola che lo scorso anno ha festeggiato i cinquant’anni di attività.
“Quando sono partito ventenne non avevo né una vasca né un portico dove mettere una botte e per due anni ho pigiato le uve col torchio”, ricorda. Dai 1400 metri quadrati di proprietà ai trenta e rotti ettari, conosce ogni singola zolla. E di ogni singola zolla conosce la vocazione per averla lavorata e degustata… altro che zonazione.
I vigneti di Graziano Merotto e di alcuni fidati conferitori sono tra Col San Martino, Farra di Soligo e Collalto. Una menzione speciale va riconosciuta alle Rive di Col San Martino Particella 86, che si trovano a 230 metri slm e appartengono alla famiglia Merotto dal 1973; una vera e propria gemma nel panorama vitato del comprensorio del Prosecco Superiore.
La prima autoclave entra in azienda a fine degli anni ‘70 e da quel momento Graziano inizia a sperimentare il metodo Martinotti-Charmat sotto la guida dell’enologo-poeta Piero Berton.
All’inizio degli anni Novanta nasce La Primavera di Barbara, dal nome della figlia. Un prosecco che Graziano decide di progettare sin dalla selezione del vigneto. Il progetto più ambizioso inizia però nel 2009, con la creazione della Cuvée del Fondatore, messa a punto dopo molti anni di sperimentazioni. Un vino che segna un passaggio epocale: la sua prima vendemmia è infatti coincidente con l’anno in cui viene introdotta la Docg nell’area di Conegliano Valdobbiadene. Dalle cinquecentomila bottiglie di allora alle seicentomila di adesso, vendute per il 60% in Italia e il resto estero, senza la voglia né la necessità di crescere ulteriormente. E sempre col supporto e la complicità della moglie Rossella.
L’ACCOGLIENZA COME STILE DI VITA

Molti anni fa il Prosecco Superiore è stato definito il “vino dell’accoglienza”. Proprio per dare il benvenuto agli appassionati del turismo enologico, che sempre più scelgono queste colline come meta di un viaggio, Graziano Merotto ha scelto di inaugurare il Merotto Space. Ospitato in un antico casale, si trova ai piedi di uno dei paesaggi più suggestivi dell’intera area e regala, grazie alle grandi vetrate, una vista mozzafiato.
Per gli ospiti è possibile degustare un calice dei vini Merotto, ma anche fare una passeggiata fra i vigneti tenuti come giardini. Una tappa obbligata per tutti gli amanti delle bollicine italiane più famose nel mondo.
LA BELLEZZA DEL DOSÉ

È un’esperienza peculiare la degustazione di tre vini simbolo dell’azienda trevigiana: Cuvée del Fondatore, Casté e La Primavera di Barbara, tutti Conegliano Valdobbiadene Docg e tutti a base glera (solo nella “Primavera” si trova un 10% di perera). Un percorso che consente di capire e apprezzare la perizia e la delicatezza nell’utilizzo degli zuccheri.
Nessuna paura a indugiare nell’extra dry e ad osare col dry, sapendo di ottenere un prodotto equilibrato da una spalla acida adeguata e tutt’altro che stucchevole. Ebbene sì, il Valdobbiadene di Merotto nella versione dry ed extra dry ha una piacevolezza e una beva tutta sua e in questo dimostra di non essersi fatto travolgere dalla moda del “brut a tutti i costi”.
Senza nulla togliere alla Cuvée – il brut di casa – i vini di Merotto mostrano una strada che merita di essere esplorata e raccontata, rivelando la finezza e le peculiarità (dosate) del Prosecco Superiore.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Cuvée del Fondatore – Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Rive di Col San Martino – Brut Millesimato 2021

Uvaggio: 100% glera
Vinificazione: macerazione pellicolare e spremitura soffice; il mosto ottenuto viene posto direttamente in autoclave per la presa di spuma per circa 60 giorni e staziona successivamente sui propri lieviti per altri 120 giorni circa.
È il vino simbolo, che nasce da una sfida: dimostrare come si può produrre un grande brut senza perdere le caratteristiche aromatico-gustative peculiari del prosecco. Le uve 100% glera del vigneto Particella 86, posto a 230 metri slm, 20 giorni prima della vendemmia subiscono un diradamento dei tralci. Il 20% viene reciso e i grappoli restano in pianta. In questo modo, le uve subiscono un leggero appassimento, ottenendo una forte concentrazione ma conservando l’acidità, che non viene influenzata dal processo di maturazione. I restanti grappoli vengono vendemmiati normalmente.
Il colore è giallo paglierino e il perlage abbastanza fine. Il profumo è fine e abbastanza intenso di note fruttate, in particolare pesca, mela e agrume, e floreali. In bocca il sorso è piacevole e avvolgente, particolarmente fresco e abbastanza sapido.
È un vino versatile, piacevole da aperitivo con verdure pastellate e salumi ma anche in abbinamento a crudité di pesce
Castè – Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg – Extra Dry Millesimato 2021

Uvaggio: 100% glera
Vinificazione: macerazione pellicolare seguita da una delicata spremitura; il mosto ottenuto viene posto direttamente in autoclave per la presa di spuma per circa 60 giorni; staziona successivamente sui propri lieviti per altri 100 giorni circa.
Proveniente dall’omonimo vigneto, è una piacevolissima espressione di Prosecco in versione Extra Dry. Il toponimo deriva da “Colle il Castello”, nome attribuito dal mappale geografico all’area vitata che si erge, con tutti i suoi ripidissimi pendii, alle spalle della sede della cantina. Il terreno, la cui pendenza supera il 45%, è fortemente roccioso, drenante e le radici delle vigne devono scavare con molta difficoltà per cercare l’acqua necessaria al loro sostentamento.
Il colore è giallo paglierino eil perlage è fine e persistente. Al anso risaltano sentori di mela, pera e agrume un floreale di glicine e acacia. Il sorso è pieno e avvolgente. Equilibrato. Freschezza importante che supporta una morbidezza piacevole e gratificante. È fine, intenso e persistente.
Si accompagna con aperitivo a base di insaccati e formaggi morbidi di media stagionatura, ma anche a pesce (anche primi piatti) e carni bianche.
La Primavera di Barbara – Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Dry – Millesimato 2021

Uvaggio: glera (90%) e perera (10%)
Vinificazione: vinificazione in bianco, con spremitura soffice e fermentazione in purezza a temperatura controllata. Presa di spuma e fermentazione naturale in autoclave per circa 60 giorni.
Da un piccolo e selezionato vigneto di Col San Martino nasce La Primavera di Barbara, che è stata creata da Graziano Merotto all’inizio degli anni ’90, con l’obiettivo di produrre un vino di alta qualità iniziando con un rigoroso approccio selettivo in vigna; il vino è stato pensato con un residuo zuccherino importante, quindi sinonimo di morbidezza e suadenza, senza con ciò risultare stucchevole o ridondante al gusto.
Colore giallo paglierino, il perlage è fine e persistente. Al naso predomina la frutta come la pera e la mela, ma pure l’albicocca e il floreale indugia sulla rosa. Il gusto è avvolgente, pieno ed equilibrato con una freschezza e una sapidità adeguate a bilanciare un residuo zuccherino impegnativo.
Ci abbiniamo formaggi saporiti, erborinati non troppo estremi e seppie in umido. Da provare anche con biscotteria secca non troppo dolce.