
(di Gian Omar Bison, consigliere Argav) Il secondo appuntamento degli “incontri in cantina” promosso da Argav in collaborazione con Arte e Vino per i propri associati, si è svolto venerdì 22 settembre scorso nell’azienda Vignalta ad Arquà Petrarca (Pd).

I soci Argav ascoltano Michele Montecchio descrivere Vignalta
Dopo la prima uscita nel Veneziano a Mazzorbo (Venissa) dove abbiamo parlato di analisi sensoriale e tecnica della degustazione con Ottavio Venditto, il seminario arquatense di formazione professionale si è soffermato sulle caratteristiche e le differenze tra mineralità, sapidità e acidità nel vino. Tema controverso, di stretta attualità nella valutazione organolettica dei vini. Alla guida Andrea Alpi, direttore responsabile della didattica del “Seminario Permanente Luigi Veronelli”.

bottaia
Scopriamo Vignalta. Michele Montecchio, responsabile cantina, ci ha presentato una realtà vivace e già affermata nel panorama vitivinicolo nazionale la cui produzione è composta per il 75% da vini rossi, in particolare Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc vinificati in solitaria ma soprattutto in uvaggi, con proporzioni e modalità diverse. Tra i bianchi significativo il Moscato Giallo che in queste zone di produzione dà vita al “Fior D’Arancio docg”. “Tutti i vini rossi e qualche bianco maturano in legno – ha precisato Michele Montecchio – e quindi sono impostati per ottenere una struttura importante. Usiamo tonneaux di rovere da 5 ettolitri convinti che la micro-ossigenazione sia adeguata, il rilascio dei tannini gallici sia più delicato così come non eccessivo, invadente, il rilascio di sentori tostati e vanigliati tipici delle barrique (botti da 225 litri) essendo, su queste, maggiore il rapporto tra il vino e la superfice lignea”. Terreni gestiti tutti direttamente (il più lontano dal centro aziendale dista 20 chilometri), l’azienda, tramite pannelli fotovoltaici, è impostata per godere di piena autosufficienza energetica. “Per noi è importante – ha sottolineato Montecchio – così come la sostenibilità del nostro modo di coltivare e trattare la vite. Per i parassiti adottiamo un sistema di lotta integrata e si utilizzano prodotti di sintesi solo se inevitabile. Per vinificare, invece, utilizziamo convintamente lieviti selezionati”. Esportano il 40% dell’intera produzione, soprattutto verso gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone.

Andrea Alpi, Seminario Permanente Veronelli
La parte didattica è poi proseguita con Andrea Alpi che ha affrontato il tema delle peculiarità e caratteristiche sensoriali dei sentori sapidi, acidi e minerali nel vino sottolineando come sia difficile parlare di mineralità nel vino legando aromi di pietra focaia e grafite, per citarne alcuni, ad una determinata composizione geologica dei suoli, descritti nella somelleria ufficiale, piuttosto che nel classico storytelling aziendale, in maniera talvolta casuale: marnosi, ciottolosi, calcarei, tufacei ecc. “Non esiste una relazione scientificamente provabile tra vino, materia organica e minerali, materia inorganica. Esistono terroir e magari cru espressione di microclimi, ambienti ed esperienze professionale sedimentate negli anni che insieme concorrono a dotare determinati vini di precise peculiarità. Il terreno e la sua composizione è importante per come si lavora, drena e trattiene l’acqua, scalda, ecc. non nel trasferire sentori gustativi specifici, minerali, nel vino”.

In degustazione guidata quattro vini: Brut Nature (non addizionato di liqueur dopo sboccatura) Metodo Classico VSQ, Agno Casto Colli Euganei Manzoni Bianco DOC, Gemola Colli Euganei Rosso DOC e Arqua Colli Euganei Rosso DOC. Il primo, metodo classico, blanc de noir ottenuto da uve friularo (Raboso) a bacca rossa che si vendemmiano verso metà ottobre, più acido che sapido, sboccato dopo 36 mesi sui lieviti ha esaltato i sentori floreali (glicine), fruttati (agrumi) e i classici biscotto e crosta di pane; il secondo, decisamente interessante, un’esplosione di frutta (susina, pompelmo bianco) e fiore. Ma soprattutto un gusto pieno sul palato, delicato ma molto persistente. Il Gemola 2013 e l’Arqua 2011 (70% Merlot e 30% Cabernet il primo, 80% Merlot il secondo) condividono un fruttato classico di frutti a bacca rossa e un sentore erbaceo, più spiccato nel secondo. Speziati, pepati entrambi: il primo più pepe verde, il secondo nero. Il secondo più tannico ed acido.
Terzo incontro in Valpolicella. Il prossimo, di quattro appuntamenti formativi sul vino vedrà gli associati impegnati il 03 novembre presso l’azienda Aldegheri di Sant’Ambrogio di Valpolicella (Vr) per parlare con Marco Mitola, sommelier di Arte e Vino, di struttura, persistenza ed età evolutiva.