Coldipietrerosse – Suvereto DOCG 2016 – Bulichella; Poggio Torselli 14207 – Chianti Classico Riserva Docg – 2016; Moroder – Rosso Conero Doc 2017; Timperosse 2020 – Cantina Settesoli – Terre Siciliane Igp; Pacher Hof – Sylvaner Alto Adige -Valle Isarco Dop – 2020; Cantina San Michele Appiano – Alto Adige Sauvignon Dop – Sanct Valentin 2020; Azienda Agricola Malibran – “Centogufi” – Colli Trevigiani IGT – 2018; Cantina De Stefani – Olmera 2011; Az. Agr Roberto Lucarelli – Rocho – Bianchello del Metauro Superiore 2019; Azienda Siddura – Spèra – Vermentino di Gallura DOCG, 2020; Scuropasso – Roccapietra Pas Dosé M. Cl. – 2013; Chateau Le payral – Saussignac AOC Saussignac 2004; Domaine Des Carlines – Cote de Jura – La Vouivre 2018
Non so a quanti possa interessare l’elenco delle bottiglie e delle aziende vitivinicole che più mi hanno incuriosito tra quante (tante) ho avuto il piacere di conoscere e sorseggiare quest’anno. Figure più autorevoli della mia costruiscono con metodo e preparazione coltivata negli anni, guide rinomate ed autorevoli a colpi di decine di calici al giorno. Tutti i giorni. Io non ne sarei capace. Ho bisogno di isolarmi con una bottiglia e di tempo per degustarla in momenti diversi, con abbinamenti diversi, per poter esprimere un’opinione. Beati loro che Bacco li ha baciati con talenti inarrivabili.
Condividere con chi segue le mie scorribande enogastronomiche una piccola selezione di queste è uno sforzo che faccio innanzitutto per me stesso obbligandomi a cercare i calici, per me, più interessanti. Attenzione, non i più “buoni”, i migliori, cosa questo significhi in assoluto non saprei. Interessanti perché quello che mi stuzzica e mi appassiona di un vino privo di difetti, oltre le sue caratteristiche organolettiche oggettive (ce ne sono per quanto non sempre sia agevole riconoscerle), è quel qualcosa di originale, di distintivo che mi ha colpito compresa la ricerca e la fatica messa in campo e in cantina da titolari ed enologi. Ecco allora che le mie “Ombre” sono soltanto quelle che mi hanno stuzzicato un po’ più di altre, considerato che a volte eccedere in analisi sensoriale e meditazione rischia di disperdere la piacevolezza e la rotondità di un vino nel suo insieme.
Non so neanche se sia giusto arrogarmi l’onere di una selezione col rischio di tralasciare (non certo dimenticare) tante altre ombre godibili e caratteristiche a mio gusto e che spesso stanno tra i campioni dell’enologia italiana ed internazionale, rinomati e premiati in tutto il mondo. Tuttavia, considerato lo spirito con cui racconto spesso le mie peregrinazioni enogastronomiche, con lo stesso criterio ho pensato di parlarvi delle mie più interessanti ombre del 2021. Senza classifiche, senza ombre d’oro, d’argento o di bronzo. Tutte sullo stesso piano.
Ah, perché ombre? Perché dalle mie parti, nel veneziano, un bicchiere di vino si usa chiamarlo così e spesso ha il sapore dell’amicizia e della convivialità. Perché tredici? Perché dovevano essere dieci ma non ce l’ho fatta e anche tredici, credetemi, è stato uno sforzo immane. #ombre2021
Coldipietrerosse – Suvereto DOCG 2016 – Bulichella
Blend di uve selezionate (cabernet, merlot, petit verdot) e fatte fermentare in vasche di acciaio inox a una temperatura controllata tra 24° e 28°. La macerazione dura tra i 18 e i 24 giorni, seguita dall’affinamento in barriques di rovere tra i 18 e 24 mesi. Prima di essere introdotto sul mercato riposa in bottiglia per ulteriori 12 mesi. Rosso rubino limpido e consistente. Intenso, complesso e fine. Profumi di petunia e frutto evoluto: mora, ribes, mirtillo, prugna secca, carruba, confettura, amarena sotto spirito, frutta secca. Minerale, quasi gessoso. All’aroma di timo si aggiunge cannella e pepe tra le spezie. Caffè, tabacco fresco e qualche sentore animale. Abbinamenti:arrosti e selvaggina, carni rosse, formaggi e ricchi piatti di pasta

Poggio Torselli 14207 – Chianti Classico Riserva Docg – 2016
Parliamo di un Sangiovese 100% raccolto manualmente in tre vigneti di circa 20 anni di età nella prima settimana di ottobre. Vigneto allevato a cordone speronato, altitudine tra i 200 e i 270 msl, suoli profondi fortemente argillosi, calcarei e moderatamente alcalini. Fermenta in acciaio con lieviti indigeni e 30 gg di macerazione sulle bucce a temperatura controllata. Dopo la svinatura permanenza di 24 mesi in botti di rovere di slavonia da 225 a 1500 l. dove avviene la malolattica. Limpido, rosso rubino vicace che lascia presagire un orizzonte medio – lungo prima della piena maturazione. Vino consistente, robusto di corpo e grande struttura. Fine al naso, intenso e complesso. Viola e rosa, mora, lampone, prugna e confettura, gli aromi più netti. Balsamico. Si avvertono timo, maggiorana e liquirizia tra le erbe aromatiche e cannella, pepe, chiodi di garofano e noce moscata tra le speziature. Caffè, cioccolato e mallo di noce sul finale. Un sorso secco e caldo, morbido, buona acidità e sapidità, tannico. Il palato resta fine, intenso e persistente. E’ un vino pronto, di lungo avvenire e ciò nonostante equilibrato ed armonico. Si abbina agevolmente alle carni rosse alla griglia, cinghiale in umido, cassoeula, salsicce e arrosticini di fegato, pastissada de caval, formaggi stagionati

Moroder – Rosso Conero Doc 2017
Il complesso agricolo, certificato biologico dal 2010, è interamente all’interno del Parco Naturale del Conero e copre un’area di 62 ettari di cui circa 32 ettari sono dedicati al Montepulciano, vinificato in purezza per il Rosso Conero. La zona di produzione va da Montacuto ad Ancona, terreni composti da marne calcaree con carbonato di calcio attivo al 18% (altitudine media dei vigneti 200 msl). Dieci i giorni di macerazione sulle bucce con rimontaggi giornalieri. La fermentazione malolattica viene svolta in acciaio. Invecchia per 18 mesi in botti grandi (da 15 a 27 hl) di rovere francese e di Slavonia e l’affinamento in bottiglia dura almeno 4 mesi . Vino rosso rubino, limpido e consistente. Al naso, piuttosto intenso, dominano sentori fruttati, amarena e lampone tra tutti, noce moscata tra le spezie e note vegetali. In bocca è secco, caldo e abbastanza morbido; tannico, abbastanza fresco e sapido. Vino armonico, abbastanza equilibrato e fine, di corpo, maturo. Persistente. Si abbina a carni rosse, in particolare ovine e suine e a formaggi di media stagionatura.

Timperosse 2020 – Cantina Settesoli – Terre Siciliane Igp
Il Petit Verdot è originario del Medoc in Francia e può entrare nell’uvaggio del Bordeax . E’ un vitigno che tarda a maturare e che ama i climi caldi, soleggiati, asciutti, quasi siccitosi, dove esprime il massimo delle sue potenzialità e proprio per questo la Sicilia è diventata uno dei suoi territori d’elezione. Viene coltivato su suoli calcarei e sabbiosi, a 100 – 250 metri d’altitudine. L’esposizione dei vigneti è a sud. Per quanto riguarda la vinificazione, dopo la macerazione delle uve per 4-6 giorni ad una temperatura controllata di 18-22 °C, fermentazione e maturazione avvengono per 4 mesi in serbatoi d’acciaio. Segue un affinamento in bottiglia per 2 mesi.
Il Timperosse si distingue sin dall’etichetta, essenziale, e dalla borgognotta. E’ un rosso rubino limpido, con qualche riflesso violaceo. Abbastanza consistente, il tenore alcolico segna 13,5% in volume. Il profumo è di buona intensità e finezza. Complesso il naso con sentori di amarena, prugna, mora, melograno e un fiore tenue di viola e primula al quale si aggiungono aromi di alloro, salvia e lavanda. Al palato è secco, caldo e morbido. Più sapido che fresco, il tannino si fa sentire con una certa eleganza. E’ un vino equilibrato, fine, intenso e abbastanza persistente sotto il profilo gusto – olfattivo. Di corpo medio, è complessivamente maturo e armonico. Si accompagna bene con pasta al ragù alla bolognese, timballo di maccheroni, grigliata mista di carni bianche, formaggi semi stagionati, parmigiana di melanzane, tonno rosso in umido, caldarroste.

Pacher Hof – Sylvaner Alto Adige -Valle Isarco Dop – 2020
Coltivata a Novacella, Conca di Bressanone, a un altezza di 620 – 700 mslm la varietà Sylvaner viene vendemmiata a mano a fine settembre e vinificata con una fermentazione lenta a temperatura controllata in cisterne d’acciaio inox. Affinamento avviene per circa 6 mesi sui lieviti fini in fusti d’acciaio e grandi botti di legno. Vino giallo paglierino chiaro, limpido, si apre al naso con profumi freschi, intensi e fini, che spaziano dal floreale all’erbaceo fino alla frutta come ananas e banana. In bocca si rivela un vino intenso, equilibrato, pronto e armonico. Versatile negli abbinamenti. Alcol 13% vol.

Cantina San Michele Appiano – Alto Adige Sauvignon Dop – Sanct Valentin 2020
E’ il vino bianco più famoso della cantina di San Michele-Appiano. Da più di 20 anni il Sauvignon Sanct Valentin beneficia delle ec¬cezionali condizioni offerte dalle singole parcelle ai piedi della Mendola. I vigneti allevati a guyot, di età variabile tra i 10 e i 33 anni, sono tra San Michele e Appiano Monte tra i 450 e i 600 msl. Sono esposti a sud – est su terreni ghiaiosi con importante contenuto calcareo. Uvaggio 100% Sauvignon vendemmiato a metà settembre con raccolta manuale e selezione delle uve. Nel calice si presenta giallo paglierino con sfumature verdognole, limpido e abbastanza consistente. Il naso è fine, intenso e complesso. Spazia dalla frutta a pasta gialla, al ribes, fiori di sambuco e foglia di pomodoro. In bocca è intenso e persistente, equilibrato e fine. Armonico e pronto, ancora piuttosto lontano dalla maturità. Caldo e abbastanza morbido, fresco. Si abbina bene al pesce alla griglia, seppie in umido, risotto alle verdure e pasta al ragù di carni bianche, formaggi di media stagionatura.

Azienda Agricola Malibran – “Centogufi” – Colli Trevigiani IGT – 2018
Viene prodotto con uve boschera 100%, vendemmiate a mano, che crescono su un terreno argilloso di origine alluvionale e morenica a Sarmede, località di Vittorio Veneto (Tv). Vinificato con macerazione sulle bucce di 5-6 giorni, il risultato è un bianco paglierino limpido, abbastanza consistente. Il naso è di buona intensità e complessità, fine. Note fruttate di pesca bianca, mela verde e agrume; floreali di camomilla di fiori secchi di prato. Erbaceo con aromi di maggiorana, santorreggia e fieno; speziato di liquirizia. Chiude una scia minerale e un sentore iodato. In bocca è secco, abbastanza caldo e morbido, fresco e soprattutto sapido. E’ un vino maturo, equilibrato, armonico e fine, di buona persistenza e intensità e di corpo medio. La sapidità importante è la sua cifra. Servito a temperatura di 7°, si abbina a crudo di pesce, pasta al sugo di pomodoro, pasta al pesto genovese, carni bianche alla griglia.

Cantina – De Stefani – Olmera 2011
Tenuta di circa un ettaro e vigneto di 37 anni di età. Terreno argilloso. Produzione tra le 4000 e le 7000 bottiglie all’anno. Superficie divisa tra Tai (63%) e Sauvignon (37%) raccolti a mano e con le stesse proporzioni si compone l’uvaggio. Il sauvignon viene fermentato ed affina in vasche di cemento per un anno in totale. Il Friulano viene raccolto con vendemmia tardiva, quasi un leggero appassimento in pianta, e parzialmente colpito (tra il 30 e il 50%) da muffa nobile (botritis cinerea). Fermenta in barrique di legno nuovo e sempre in barrique affina per una anno. Il blend affina sei mesi in cemento. Colore ancora vivo, quasi un verde dorato. Al naso è un’esplosione di spezie di vaniglia e zafferano, fiori bianchi, gelsomino. Frutta secca, candita, agrumata matura. Grande beva e freschezza ancora prospettiva in evoluzione davanti. Vino di grande struttura e complessità sia al naso che in bocca. Lungo in bocca è un vino versatile che trova nel sottobosco autunnale l’abbinamento ideale, tra funghi e tartufi. Un vino che regge bene carni salsate e in umido, formaggi anche stagionati nelle versioni più datate, zuppe di pesce speziate e cariche di aromi e risotto di funghi misti mantecato al parmigiano.

Az. Agr Roberto Lucarelli – Rocho – Bianchello del Metauro Superiore 2019
Il Bianchello del Metauro, autoctono bianco delle Marche e prima Doc ad essere approvata nella provincia di Pesaro Urbino (1969), è da sempre conosciuto per piacevolezza e bevibilità. La denominazione si estende lungo il basso e medio corso del fiume Metauro. Deve il suo nome al colore tenue degli acini e oltre alla versione ferma e giovane, si trova anche nelle tipologie Superiore, Spumante e Passito. Vitigni: Bianchello (Biancame) min. 95%, Malvasia Bianca Lunga max 5%. La superficie vitata conta 244 ettari e una resa uva/ha di14 ton. L’azienda Roberto Lucarelli sorge a Cartoceto, a 225 metri sopra il livello del mare, a 20 km dalla costa, nel cuore del paesaggio e del clima marchigiano. Il suo Bianchello è 100% biancame viene vinificato in bianco con selezione di pressa di prima scelta. Invecchiamento: 70% acciaio 30% tonneaux. Affinamento in bottiglia: 12 mesi. Limpido e di un bel colore giallo paglierino, il Bianchello di Lucarelli ha un naso intenso, complesso e fine. Floreale con fragranza di gelsomino e fruttato con note di mela gialla, ananas maturo, pera, pompelmo e susina gialla. Un sentore di liquirizia accompagna un erbaceo che spazia dalla santoreggia al timo. E’ secco, caldo, abbastanza morbido, di buona acidità e discretamente sapido. Equilibrato. In bocca è intenso, abbastanza persistente e di qualità fine. Medio di corpo, maturo e complessivamente armonico. Si abbina a zuppa di pesce, di legumi, branzino con patate, pasta al ragù di carni bianche.

Azienda Siddura – Spèra – Vermentino di Gallura DOCG, 2020
Principe dell’unica DOCG sarda, il Vermentino di Gallura è un vitigno a bacca bianca che parla di Sardegna. Introdotto probabilmente alla fine del XIX secolo dalla vicina Corsica, dà il meglio sui graniti galluresi come quelli presenti nei vigneti di Siddùra, ricchi di scheletro e porosi. La raccolta è effettuata manualmente in piccole ceste, seguita da una cernita attenta dei migliori grappoli. Per quanto riguarda la vinificazione è in bianco con pressatura soffice, fermentazione in vasche d’acciaio inox a temperatura controllata. Matura sulle fecce fini per circa tre mesi e successivamente riposa in bottiglia almeno un mese prima di poter essere messo in commercio. Lo Spèra 2020 si presenta limpido, abbastanza consistente con un colore giallo paglierino con lievi riflessi verdognoli. Al naso è intenso, complesso e di rara finezza. Delicato il floreale di fiori bianchi e camomilla, il frutto che spazia dall’agrume alla pera williams, passando per il melone bianco e la susina gialla. I profumi di macchia mediterranea richiamano prati e fieno, erbe aromatiche come il timo e l’alloro. Il gusto è secco, caldo e abbastanza morbido; più sapido che fresco a conferma di una spiccata mineralità. Il finale ammandorlato dona intensità e buona persistenza. Medio di corpo, è maturo, fine, armonico ed equilibrato. Si abbina bene a crostacei, pesce alla griglia, polpo e patate, spaghetti alle vongole e al pesto di basilico, pesto di rucola o fagiolini e patate. Versatile al punto da poter accompagnare anche una lasagna ai frutti di mare, verdure grigliate e pane carasau, carni bianche alla griglia.

Scuropasso – Roccapietra Pas Dosé M. Cl. – 2013
Scuropasso è nata nel 1962, si trova a Scorzaletta di Pietra de’ Giorgi, in provincia di Pavia, e conta 18 ettari di vigneto. Fabio Marazzi, attuale titolare guida l’azienda con la moglie Manuela e la figlia Flavia. Parliamo di Pinot Nero in purezza. L’età media delle viti è di circa 30 anni, con densità di impianto di circa 4.200 ceppi/ha e potatura a Guyot semplice. Le uve vengono raccolte a mano solitamente nell’ultima decade di
agosto. La prima fermentazione avviene in acciaio con lieviti indigeni e poi si ha riposo sulle fecce fini sino alla primavera successiva quando si procede al tiraggio. La sboccatura avviene dopo almeno 60 mesi di permanenza sui lieviti, con rotazione annuale delle cataste. Prima della messa in commercio si lascia a riposo per almeno 3 mesi.
Vino giallo paglierino brillante con bollicine eleganti. Naso agrumato, erbe aromatiche, minerale e balsamico. Gran sferzata di freschezza e sapidità.

Chateau Le payral – Saussignac AOC Saussignac 2004
Il vino di Thierry Daulhiac del Perigord, importato dall’azienda Bellenda di Vittorio Veneto (Tv), è un botritizzato prestigioso, prodotto da una quindicina di produttorisulle colline di Saussignac. I grappoli vengono raccolti a fine ottobre, solo a mano, e gli acini vengono selezionati singolarmente. Vitigni: 60% Semillon, 25% Muscadelle, 15% Sauvignon Blanc. Affinamento: in barrique per un anno. In bottiglia per un minimo di dieci anni prima della commercializzazione. Un esplosione di frutti esotici con note di albicocca passita e fiori di acacia. In bocca ti porta miele, caramello e agrumi, datteri, zafferano. Alcol: 12,50% vol.

Domaine Des Carlines – Cote de Jura – La Vouivre 2018
La Vouivre è il nome di un serpente secondo la leggenda delle zone dello Jura e della Francia Comtè. Nella cuvée di questo vino, distribuito in Italia da Bellenda, si assemblano Savagnin (30%) Chardonnay (65%) e Chardonnay sous voile (5%) che crescono sulle marne grigie di età tra i 35 e i 45 anni. Gli appezzamenti hanno diverse esposizioni (sud-est o ovest) and il terreno è di marna grigia da Lya con differenti sedimentazioni. Fermentazione naturale, l’80% matura per 15 mesi in barriques usate di 3/5 anni, mentre il 10% in acciaio. Dopo l’assemblaggio viene lasciato a maturare per tre mesi prima dell’imbottigliamento. Dal colore giallo paglierino intenso, questo vino ha aromi di frutti bianchi maturi con un tocco di spezia. Ricco, persitente esprime una mineralità ben bilanciata. Si abbina a pesce, carni bianche, salse cremose e formaggi come Comte, Morbier e Mont d’Or, cibo orientale.
