Andrea Moser mette a frutto la lunga esperienza con Franz Haas e con la più grande cooperativa vitivinicola altoatesina e prosegue nella sperimentazione, costruendo un nuovo progetto enologico che coniuga le sue due più grandi passioni: il vino e la comunicazione.
Dopo aver lasciato Caldaro, l’enologo, inserito da Fortune nella lista dei 40 under 40 che stanno segnando la rinascita del vino in Italia, torna con un progetto personale, che mette insieme l’enologia e la comunicazione, in un assemblaggio che promette grandi sorprese. Così lo presenta Moser sul suo nuovo sito: «AMProject è il mio nuovo progetto, a cui lavorerò insieme a mio fratello Luca, anche lui enologo. Oggi sono un consulente in diverse aziende vitivinicole ma avevo da tempo in mente qualcosa che spezzasse il classico e canonico processo con cui si fa vino. Lavoreremo di volta in volta nei luoghi che sceglieremo o che per elezione ci hanno scelti, per produrre ogni anno dei vini
unici, completamente non convenzionali ma fortemente territoriali. La vinicazione avverrà in Alto Adige, ma non solo, con le attrezzature migliori per l’obiettivo che ci siamo prefissati. Saranno vini senza rete di sicurezza, del cuore: ogni anno cambieranno e racconteranno luoghi, territori, persone, vitigni e idee».
E se l’idea produttiva è molto chiara, altrettanto lo è l’idea di comunicazione, che per l’enologo è sempre stata una parte integrante del lavoro. I nuovi vini prodotti da solista saranno quindi dei “temporary wine”, proprio come i temporary restaurant degli chef. Spesso cambieranno la regione, il vitigno, e anche la vinicazione: e i vini saranno unici, quasi sempre irripetibili, in edizione limitata e sarà possibile acquistarli solo in pre-ordine. Verranno spediti solo nei mesi freddi per preservarne al meglio le caratteristiche. Alcuni dei vini saranno ogni anno un’evoluzione dell’annata precedente, sulle stesse vigne selezionate dall’enologo per la sua produzione, in modo da dare continuità alla ricerca e al lavoro svolto. Un progetto che è molto vino, ma ha anche al suo interno tanto di progettazione, design e appunto comunicazione, destinati a un target di appassionati e – in parte – riservati a una serie di ristoranti che oltre a poterli ordinare per la loro carta vini, li avranno in abbinamento a menu e piatti signature, grazie ad accordi diretti tra l’enologo e gli chef che, come lui, hanno una forte visione contemporanea. La vera sorpresa è che non sarà necessario aspettare troppo. Il primo temporary wine sarà disponibile in preordine già a ottobre: dalle vigne di Anghiari, in Toscana, Andrea Moser lo scorso settembre 2022 ha fatto la sua prima vendemmia, e la vinicazione delle prime uve. Le bottiglie saranno disponibili in numero limitatissimo: saranno infatti solo 726 bottiglie da 0,75, con etichetta d’artista realizzata da Serena Barbieri, numerate, rmate e in serie esclusiva.
La prima annata, 2022. Il primo vino temporaneo, come detto, viene dalla Toscana, da vigne di 80 anni, da un vigneto abbandonato per circa 40 anni. “Abbiamo recuperato e sottratto al bosco questa vigna con un grande lavoro – sottolinea Andrea – volto a preservare e dare nuova vita a una parte di territorio che per noi ha grande potenzialità. Siamo ad Anghiari, nell’Aretino, a circa 450 metri sul livello del mare, su terreni di argilla rossa, praticamente inesplorati. Una tipica situazione toscana a livello pedologico, ma con uve bianche che vengono prodotte in una zona piuttosto elevata, più fresca del normale, e che proprio a causa del cambiamento climatico è diventata ideale per la viticoltura. Fino a qualche decennio fa, infatti, era troppo fredda per dare buoni risultati viticoli, adesso invece è perfetta, con la vendemmia non più a metà o fine ottobre ma bensì anticipata di circa tre settimane. Inoltre, la particolare ventilazione dei pendii che scendono da Anghiari verso la Val Tiberina permette di ridurre al minimo gli interventi contro le patologie della vite”.
Le varietà. Le uve sono Trebbiano, Vermentino, Malvasia bianca, Canaiolo bianco e un 5% di altre varietà non ancora identicate. “Il bello di lavorare su una vigna così antica – continua – è anche questo. La vinicazione, vista la piccola quantità prodotta, è avvenuta in Clayver da 2 ettolitri, con una macerazione prefermentativa dell’uva, diraspata e pigiata, di circa 5 giorni. Il mosto è stato poi travasato per la fermentazione nuovamente in Clayver e in due caratelli, uno nuovo e uno usato, di Carmignani, storico produttore da quattro generazioni di botti tradizionali toscane per il vin santo”. Lunghissimo l’affinamento sui lieviti, sono stati effettuati due soli travasi: uno dopo la macerazione e uno il 22 luglio 2023, quando il vino è stato assemblato prima dell’imbottigliamento, avvenuto il 25 luglio. Pochissimi interventi sul vino ed evitata in cantina ogni pratica non indispensabile. “In vigna l’approccio è sempre stato lo stesso: rispetto. Al di là di ogni possibile certicazione, lavoriamo sul buon senso e sull’idea di rovinare il meno possibile l’uva e la pianta e lasciare il terreno migliore di come l’abbiamo trovato. Grazie alle particolari condizioni pedocliamtiche nell’annata 2022 sono stati eettuati solo due trattamenti in tutto, rame e zolfo, e la conduzione del sottosuolo ha comportato solo sovesci e sfalci”.
L’etichetta d’artista. “Abbiamo voluto affidare il visual del progetto a un’artista in grado di interpretare con la sua creatività i nostri valori fondanti: piacere, rispetto dell’uva e della terra, abilità dell’uomo, intelligenza, visione futura. Abbiamo trovato in Serena Barbieri la perfetta visione e una coincidenza totale di obiettivi. Nata a La Spezia e vissuta tra le colline a due passi da Firenze, Serena Barbieri oggi vive e lavora a Porto, in Portogallo, dal 2015. Realizza dipinti, disegni, collage e ceramiche che riflettono sull’architettura e lo spazio. La materialità, la geometria e il colore sono i suoi strumenti principali. Ha interpretato per noi i nostri valori fondativi, trasformandoli in forme semplici come il quadrato, il cerchio, il triangolo, il rettangolo, le linee rette e curve: elementi di base che si fondono, si accoppiano, si distaccano, si ricombinano e si organizzano, per dare vita a una costruzione di senso che dia vita ogni anno a un nuovo racconto e a nuovi sistemi visuali, che partono dalle stesse solide basi con innite possibilità. Esattamente come succede per il vino”.
AMProject is born: temporary wines for a new enological vision
Andrea Moser puts his long experience with Franz Haas and with the largest South Tyrolean wine cooperative to good use and continues with experimentation, building a new wine project that combines his two greatest passions: wine and communication.
After leaving Caldaro, the oenologist, included by Fortune in the list of 40 under 40 who are marking the rebirth of wine in Italy, returns with a personal project, which brings together oenology and communication, in an assembly that promises great surprises. This is how Moser presents it on his new website: «AMProject is my new project, on which I will work together with my brother Luca, also an oenologist. Today I am a consultant in various wineries but I had long had in mind something that would break the classic and canonical process of making wine. From time to time we will work in the places that we will choose or that have chosen us by choice, to produce wines every year unique, completely unconventional but strongly territorial. The vinification will take place in Alto Adige, but not only, with the best equipment for the goal we have set ourselves. They will be wines without a safety net, of the heart: every year they will change and tell about places, territories, people, vines and ideas». And if the production idea is very clear, so is the idea of communication, which has always been an integral part of the work for the winemaker. The new wines produced solo will therefore be “temporary wines”, just like the chefs’ temporary restaurants. Often the region, the grape variety, and even the vinification will change: and the wines will be unique, almost always unrepeatable, in a limited edition and it will be possible to purchase them only in pre-order. They will be shipped only in the cold months to better preserve their characteristics. Some of the wines will be an evolution of the previous year each year, on the same vineyards selected by the winemaker for its production, in order to give continuity to the research and work carried out. A project that is a lot of wine, but also contains a lot of planning, design and precisely communication, intended for a target of enthusiasts and – in part – reserved for a series of restaurants which, in addition to being able to order them for their wine list, they will have them paired with signature menus and dishes, thanks to direct agreements between the winemaker and the chefs who, like him, have a strong contemporary vision. The real surprise is that you won’t have to wait too long. The first temporary wine will be available for pre-order as early as October: from the vineyards of Anghiari, in Tuscany, Andrea Moser made his first harvest last September 2022, and the vinification of the first grapes. The bottles will be available in a very limited number: in fact, there will be only 726 bottles of 0.75, with an artist’s label created by Serena Barbieri, numbered, signed and in an exclusive series.
The first vintage, 2022. The first temporary wine, as mentioned, comes from Tuscany, from 80-year-old vines, from a vineyard abandoned for about 40 years. “We have recovered and taken this vineyard out of the woods with a great deal of work – underlines Andrea – aimed at preserving and giving new life to a part of the territory that has great potential for us. We are in Anghiari, in the Aretino area, about 450 meters above sea level of the sea, on red clay soils, practically unexplored.A typical Tuscan situation in terms of soil, but with white grapes that are produced in a rather elevated area, cooler than normal, and which precisely because of climate change has become ideal for viticulture. Until a few decades ago, in fact, it was too cold to give good viticultural results, but now it is perfect, with the harvest no longer in mid or late October but anticipated by about three weeks. Furthermore, the particular ventilation of the slopes that descend from Anghiari towards the Val Tiberina allows interventions against vine pathologies to be reduced to a minimum”.
The varieties. The grapes are Trebbiano, Vermentino, white Malvasia, white Canaiolo and 5% of other varieties not yet identified. “The beauty of working on such an ancient vineyard – he continues – is also this. The vinification, given the small quantity produced, took place in 2 hectoliter Clayver, with a preferential maceration of the grapes, destemmed and crushed, for about 5 days The must was then decanted for fermentation again into Clayver and into two caratelli, one new and one used, by Carmignani, historic producer for four generations of traditional Tuscan casks for vin santo”. The aging on the lees was very long, only two decantings were carried out: one after maceration and one on 22 July 2023, when the wine was blended before bottling, which took place on 25 July. Very few interventions on the wine and all non-essential practices were avoided in the cellar. “In the vineyard the approach has always been the same: respect. Beyond any possible certification, we work on common sense and on the idea of ruining the grapes and the plant as little as possible and leaving the soil better than the Thanks to the particular pedoclimatic conditions, only two treatments were carried out in the 2022 vintage, copper and sulphur, and the management of the subsoil only involved green manure and mowing”. –
L’etichetta d’artista. “Abbiamo voluto affidare il visual del progetto a un’artista in grado di interpretare con la sua creatività i nostri valori fondanti: piacere, rispetto dell’uva e della terra, abilità dell’uomo, intelligenza, visione futura. Abbiamo trovato in Serena Barbieri la perfetta visione e una coincidenza totale di obiettivi. Nata a La Spezia e vissuta tra le colline a due passi da Firenze, Serena Barbieri oggi vive e lavora a Porto, in Portogallo, dal 2015. Realizza dipinti, disegni, collage e ceramiche che riflettono sull’architettura e lo spazio. La materialità, la geometria e il colore sono i suoi strumenti principali. Ha interpretato per noi i nostri valori fondativi, trasformandoli in forme semplici come il quadrato, il cerchio, il triangolo, il rettangolo, le linee rette e curve: elementi di base che si fondono, si accoppiano, si distaccano, si ricombinano e si organizzano, per dare vita a una costruzione di senso che dia vita ogni anno a un nuovo racconto e a nuovi sistemi visuali, che partono dalle stesse solide basi con innite possibilità. Esattamente come succede per il vino”.
Per informazioni:
Andrea Moser – Cell. 320.2359215
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