gennaio 2013 – “E’ posibie che co tanta tera che ghe ne al mondo, no ghe ne sia un tochetin anca par mi?”. Il cruccio, il desiderio di nonno Angelo è stata la molla che ha spinto i Bernardi a fare del “Riva de Milan” un cucuzzolo del bengodi a Valdobbiadene (Tv), capitale del Prosecco Docg nelle omonime colline della Marca. Un agriturismo con camere, circondato da una cantina importante, con rivendita, dalle stalle dei maiali, dei bovini e avicoli in mezzo ai filari di uva Glera. In tutto dodici ettari di terreno, sette dei quali dedicati ai vigneti. Non manca niente, in particolare quell’ospitalità grassa e guascona che i fratelli Angelo, Celestino, Valentino e Bruno dispensano a piene mani ai clienti, nessuno escluso. E sempre accompagnati da una buona ombra di bollicine. La storia inizia nel 1884 con Angelo Bernardi impiegato come mezzadro nella tenuta della famiglia Dalla Favera (medici di vaglia del bolognese). E mezzadro muore nel 1951 col desiderio soddisfatto di diventare “paron”. Si tramanda educazione, cultura e si trasmette ai figli (sei maschi e due femmine) anche la passione per il lavoro rurale così come si è trasmesso il rapporto di mezzadria portato avanti dal figlio Antonio (padre degli attuali gestori dell’agriturismo) che, dopo varie peripezie, rileva il podere nel 1975. «Si è iniziato subito ad ammodernare l’azienda» ricorda Celestino, che all’epoca lavorava spesso all’estero per una grande impresa italiana. «Nel 1992 mio padre mi chiese di fermarmi in azienda ed io l’ho assecondato scegliendo la famiglia». Tolti i vigneti vecchi e piantato i nuovi, reso le colline macchinabili, la gente, soprattutto quella del posto, iniziava a frequentare l’azienda e a consumare gli insaccati col pane fatto in casa insieme ad un buon bicchiere di vino. «Siamo partiti come “frasca” per la quale serviva la sola licenza comunale e da allora fino all’agriturismo non ci siamo più fermati».
La proposta culinaria è rimasta tradizionale, veneta, e si è via via arricchita con varietà di primi piatti e dolci di pregio. «Ma la base è rimasta quella, ci mancherebbe! Dalla pasta e fagioli cucinata e riproposta riscaldata dal giorno seguente, cotta spesso col piedino di maiale agli insaccati che prepariamo noi, pancetta, sopressa, salame al lardo, poi la gallina in tocio (in umido), lo spiedo misto con maiale e coniglio, le costate». All’inizio allevavano e macellavano tre maiali l’anno: ora sono arrivati a trenta, più dieci manze (bovini acquistati al peso di 250 chili e macellati sui diciotto mesi di età). Nel 1990 le camere a disposizione dei clienti erano sei, oggi tredici. «Dati alla mano — sottolinea Celestino — l’80% dei nostri clienti è rappresentato da austriaci e tedeschi rapiti dalla bellezza e dall’amenità delle nostre colline, oltre che dalla proposta enogastronomica. A Valdobbiadene fino a non molto tempo fa c’erano soltanto due hotel e adesso raggiungiamo 500 posti letto in tutto». L’agriturismo chiude a fine settembre e riapre a Pasqua, sempre pieno, mentre le camere sono a disposizione tutto l’anno. «Non è che si facciano poi così tante ferie nel periodo di chiusura. Si curano gli alloggi, la campagna, il vigneto, il vino stesso. A novembre si iniziano le macellazioni e poi, su prenotazione, capitano giornate in cui riapriamo la ristorazione a gruppi numerosi di turisti».
Insomma al “Riva de Milan” il lavoro non manca. Il vino in particolare ha un ruolo determinate. Dai vigneti che circondano l’agriturismo si raccolgono 1.560 quintali di uva, vinificando e collocando direttamente l’intera produzione: 1.200 ettolitri di Prosecco Docg Conegliano-Valdobbiadene e Doc. Il visitatore può scegliere fra lo Spumante Brut, Dry, Extra dry, Millesimato o le Tirele (vino fermo) o il Surlie (fermentazione naturale in bottiglia). Immancabile la grappa, che qui si può trovare fine da uve monovitigno.
Per la ristorazione l’azienda offre la disponibilità di 60 posti tavola. Le specialità, come detto, seguono la stagione: salumi, tagliatelle, frittate (alte e soffici), muset con le erbe, poenta e tocio, ossada di maiale, pane e dolci caserecci e l’immancabile spiedo di carni miste. Specialità, quest’ultima, tipica di tutta la Pedemontana trevigiana, diffusa prevalentemente nel periodo autunnale e primaverile. Le carni infilzate, di maiale, pollo, coniglio, vitello, vanno salate e unte e il segreto di una buona cottura è mantenere un fuoco costante per circa 5-6 ore. Una procedura in grado di garantire colore e sapidità particolari.
Il servizio:http://www.pubblicitaitalia.com/eurocarni/2017/9/16104.html
Riva de Milan
Via Erizzo, 148
31049 Valdobbiadene (TV)
Telefono: 0423 973496
E-mail: rivademilan@libero.it
Web: www.agriturismorivademilan.it