L’azienda in Valpolicella della famiglia Begnoni conferma il lavoro sui vini della tradizione territoriale e si spinge in avanti. Oltre alle strutture storiche, Santa Sofia avrà presto una nuova cantina.
Santa Sofia in Valpolicella significa due secoli di produzione di vini simbolo della tradizione locale.
Cinquant’anni anni fa l’arrivo della famiglia Begnoni a Santa Sofia segna l’inizio di un nuovo e diverso posizionamento con nuovi obiettivi mirati a ridare un’identità forte all’azienda puntando sul mercato internazionale, ma allo stesso tempo lavorando mano nella mano con i protagonisti del proprio territorio. E ora si sta progettando la costruzione di una nuova cantina, a fianco delle strutture storiche.
LA TENUTA PALLADIANA E I GRANDI VINI DELL’OTTOCENTO
L’azienda vinicola Santa Sofia nasce due secoli fa a Pedemonte. La villa, legata alla produzione di vino fin dal 1811, fu progettata da Andrea Palladio nel 1565, quando Marcantonio Serego decide di rinnovare la tenuta in possesso della sua famiglia dal 1552. È un vero e proprio simbolo dell’architettura Italiana, iscritta nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco dal 1996, assieme alle altre ville palladiane del Veneto.
La villa palladiana sede di Santa Sofia
Già nella metà del 1800 Santa Sofia era apprezzata per la qualità dei suoi vini, prodotti con le uve selezionate dalle zone più vocate e meglio esposte delle colline circostanti anche se parte delle antiche cantine che si trovano sotto la villa, visitabili ancora oggi, venivano utilizzate per l’affinamento dei vini già nel XIV e XV secolo. La parte di cantina più antica fu costruita dai frati di San Bernardino nel 1300, quando eressero anche la cappella dedicata a Santa Sofia.
LA FAMIGLIA BEGNONI: LA PASSIONE IN EREDITÀ
Oggi alla guida di Santa Sofia ci sono Giancarlo Begnoni e suo figlio Luciano. Nel 1967 Giancarlo rileva dalla contessa Rizzardi l’azienda già conosciuta per l’ottimo recioto. Da enologo testardo e con una visione chiara, inizia un percorso di innovazione. Siamo all’inizio degli anni 70, anni di mutamenti in cui parte del vino italiano era svenduto all’estero in damigiane; sono anche gli anni in cui si iniziano a riconoscere le Denominazioni d’origine Controllata. Giancarlo rinnova le cantine con strumenti all’avanguardia per l’imbottigliamento e per tenere sotto controllo temperatura e umidità degli ambienti dedicati alla vinificazione e all’affinamento, superando le difficoltà tecniche che le cantine storiche della villa presentano. L’affinamento dei vini avviene in botti di rovere per il tempo necessario affinché si sviluppino gli aromi prima dell’imbottigliamento. L’impronta di Giancarlo sui vini si sente fin dalla prima annata di cui segue interamente la produzione a partire dalle uve. Nel 1967 nasce il primo Amarone della Valpolicella Santa Sofia.
Giancarlo e Luciano Begnoni di Santa Sofia
LA PARCELLA SPECIALE SUL MONTEGRADELLA: IL GIOÈ
Poco dopo il 1967, durante uno degli assaggi dalle botti di Amarone, Giancarlo rimane stupito della qualità eccezionale del vino proveniente dalla parcella di Monte Gradella. Prende una decisione importante per il futuro di Santa Sofia scegliendo di distinguere l’imbottigliamento e l’invecchiamento di questo vino. Nasce così la prima annata di Amarone della Valpolicella Gioè 1964.
“Gioè” indica quindi la parte superiore del Monte Gradella dove c’è il vigneto storico da cui provengono le uve di Santa Sofia. In omaggio a questa zona viene chiamato Montegradella il Valpolicella Classico Superiore. Il vino è prodotto appassendo le uve per quaranta giorni, quindi con la stessa tecnica di appassimento di Amarone, ma più breve. Il Gioè è oggi uno dei vini più premiati di Santa Sofia.
Giancarlo Begnoni oggi 81 anni continua nel suo ruolo di enologo con lo stesso entusiasmo del primo giorno, guidando il giovane Matteo Tommasi (26 anni) già ricercatore all’Università di Verona e con esperienze in altre aziende della Valpolicella.
l’uva nei vigneti di Santa Sofia
LUCIANO BEGNONI: DA ASTEMIO A WINE SPECIALIST
Nel 1984 il giovane Luciano, figlio di Giancarlo, inizia il suo percorso all’interno dell’azienda paterna. Da astemio si avvicina al mondo del vino per amore della tradizione della sua famiglia e da studente universitario di Economia e commercio, inizia ad accorgersi che la crisi del settore vino italiano della fine degli anni ‘80 si sta ripercuotendo sul mercato nazionale e locale. All’inizio degli anni ’90 comincia l’internazionalizzazione di Santa Sofia. Nel suo primo viaggio in Danimarca, Luciano seleziona con estrema cura distributori e importatori. Oggi Santa Sofia esporta l’87% della sua produzione con 120 importator e i vini sono presenti in 70 Paesi nel mondo e serviti in alcuni dei ristoranti più rinomati in Italia e nel mondo.
L’INTELLIGENZA DEL NÉGOCIANT E IL LAVORO CON I CONFERITORI
La piccola rivoluzione di Giancarlo e Luciano è di conoscere il territorio che produce il suo vino a menadito, di conversare con i conferitori e scegliere il meglio per ogni vino. Luciano stesso spiega che “i conferitori mi aiutano a migliorare il vino soprattutto nelle annate non facili: avendo a disposizione vigneti di zone diverse riusciamo ad ottenere vini migliori rispetto a quelli che si potrebbero realizzare da una sola zona. È cruciale la relazione diretta con chi coltiva la vigna per conoscere la qualità delle uve e capire poi come si evolverà il vino”.
La maggior parte conferiscono le uve in base ad accordi che prevedono un controllo diretto sui vigneti seguendo le fasi del ciclo vegetativo delle piante, i metodi di allevamento e la vendemmia, che viene svolta dal personale di Santa Sofia. Questo è particolarmente vero per il Monte Gradella, storico vigneto di Santa Sofia da cui provengono le uve per i vini più pregiati, che è curato da Santa Sofia dall’impianto dei vigneti, con la scelta delle varietà di uva e dei sistemi di allevamento, fino alla potatura e ai trattamenti e alla vendemmia che avviene esclusivamente a mano.
Oltre ai 24 ettari della Valpolicella Classica, nel 2015 vengono acquistati 45 ettari in Valpantena, vigneti a 350-400 metri di altitudine in una zona vocata per la produzione di vini rossi. Un sogno che Luciano condivideva con la sorella Patrizia prima della sua prematura scomparsa.
la cantina di affinamento di Santa Sofia
IN VISTA UNA NUOVA CANTINA, OLTRE QUELLE STORICHE
Raggiunta la produzione di circa 650mila bottiglie e una superficie che copre 69 ettari in tutta la Valpolicella L’azienda Santa Sofia aprirà tra qualche anno una nuova cantina non distante dall’attuale sede storica. “Si tratta di una vecchia costruzione da ripensare e ristrutturare – sottolineano i Begnoni – che non deve avere alcun impatto sull’ambiente”.
Attualmente le bottiglie sono custodite nella parte più antica risalente al 1300 e realizzata unicamente in tufo e vi si trovano le botti di rovere di Slavonia, dove maturano alcuni dei vini rossi più importanti: Amarone, Valpolicella Superiore Montegradella, Valpolicella Ripasso. Nella cantina costruita nel 1700 con volte in mattone ci sono i serbatoi d’acciaio in cui maturano invece i vini più giovani e freschi: Bardolino, Bardolino Chiaretto, Soave, Lugana, Custoza, Pinot Grigio e Merlot Corvina. Nelle cantine costruite insieme alla villa palladiana nel XVI secolo e già allora dedicate alla conservazione del vino, si trovano le barrique di rovere francese riservate alla maturazione di Gioè Amarone della Valpolicella Classico, Recioto della Valpolicella Classico, Valpolicella Classico Superiore Montegradella e Arlèo. I vini che richiedono una maturazione più lunga prima di essere presentati al pubblico affinano in bottiglia: la prima bottiglieria, collocata sotto la villa e risalente al XVI secolo, contiene fino a 80mila bottiglie; la seconda ha una capacità di 70mila bottiglie.
L’Amarone Santa Sofia viene prodotto solo se le condizioni climatiche e la qualità dell’uva lo permette, rinunciando negli ultimi vent’anni alle annate 1999, 2002, 2012 e 2014. Per la riserva di Amarone Gioè i criteri sono ancora più restrittivi e dal 1964 si contano solo diciassette annate storiche.
etichette storiche di Santa Sofia
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Soave Doc Brut Spumante
Uvaggio: garganega 100%
Vinificazione: pigiatura e pressatura soffice. Rifermentato con metodo Charmat lungo (6-9 mesi).
Soave Classico da vigneti su terreni compatti di origine basaltica. Colore giallo paglierino con una spuma soffice e perlage abbastanza fine. Il profumo è delicato, immediato e abbastanza intenso: fiori bianchi, mele gialle e pera williams, erbe aromatiche, salvia tra tutte. In bocca è morbido e fresco, fine ed armonico di buona lunghezza, ammandorlato sul finale. Va servito molto fresco ed è ottimale per aperitivo soprattutto a base di pesce, ma anche frittura di calamari o moeche, spaghettini alle vongole o cappe tonde.

Valpolicella Classico Doc 2022
Uvaggio: corvina, corvinone e rondinella
Vinificazione: pigiatura e diraspatura soffice, 7-8 giorni di macerazione in acciaio
Affinamento: 3-6 mesi in acciaio e almeno 3 mesi in bottiglia
Valpolicella classico da vigneti con terreni calcarei. Il colore è un rosso rubino vivace e il profumo abbastanza intenso con note di more e lamponi, piuttosto croccanti e qualche ricordo di erba aromatica, di liquirizia. In bocca resta abbastanza morbido e caldo, con buona freschezza e lieve tannicità. È fine, abbastanza equilibrato ed armonico. Struttura e lunghezza in bocca adeguate. Abbinato a salumi saporiti, formaggi di media stagionatura, lasagna alla bolognese, risotto ai fegatini, anitra all’arancia, coniglio alla cacciatora, cotoletta alla milanese.

Valpolicella Ripasso Superiore Doc 2019
Uvaggio: corvina, corvinone e rondinella
Vinificazione: diraspatura e pigiatura soffice, macerazione di circa 10 giorni in acciaio. Ripasso con 3 giorni di macerazione-rifermentazione del vino sulle vinacce di Amarone e Recioto
Affinamento: 9 mesi in botti da 50 hl di rovere, 6 mesi in bottiglia
Da vigneti di collina con terreni di medio impasto tendenti al calcareo, situati in Valpolicella. Rosso rubino profondo e limpido con qualche riflesso granato. Al naso è intenso e complesso con sentori di ciliegia, anche sotto spirito, prugna, tabacco biondo, sottobosco, chiodi di garofano, cannella e una punta di balsamico. In bocca è morbido e avvolgente, con grande struttura. Caldo, abbastanza fresco e tannico. È fine, armonico, equilibrato, intenso e persistente. Si accompagna a pasta corta con sughi di carne, formaggi stagionati, arrosti di vitello, pastissada de caval.

Santa Sofia, roots in history and a new cellar in sight
The company in Valpolicella of the Begnoni family confirms the work on the wines of the local tradition and pushes forward. In addition to the historic structures, Santa Sofia will soon have a new cellar.
Santa Sofia in Valpolicella means two centuries of production of wines that symbolize the local tradition. Fifty years ago, the arrival of the Begnoni family in Santa Sofia marks the beginning of a new and different positioning with new objectives aimed at restoring a strong identity to the company by focusing on the international market, but at the same time working hand in hand with the protagonists of their territory. And now the construction of a new cellar is being planned, alongside the historic structures. THE PALLADIANA ESTATE AND THE GREAT 19TH CENTURY WINES The Santa Sofia winery was born two centuries ago in Pedemonte. The villa, linked to the production of wine since 1811, was designed by Andrea Palladio in 1565, when Marcantonio Serego decided to renovate the estate owned by his family since 1552. It is a true symbol of Italian architecture, registered in the list a UNESCO World Heritage Site since 1996, together with the other Palladian villas in the Veneto region.
The Palladian villa seat of Santa Sofia.
Already in the mid-1800s Santa Sofia was appreciated for the quality of its wines, produced with grapes selected from the most suitable and best exposed areas of the surrounding hills even if part of the ancient cellars located under the villa, which can still be visited today, were used for the refinement of wines as early as the 14th and 15th centuries. The oldest part of the cellar was built by the friars of San Bernardino in 1300, when they also erected the chapel dedicated to Santa Sofia.
THE BEGNONI FAMILY: THE PASSION INHERITANCE
Today at the helm of Santa Sofia are Giancarlo Begnoni and his son Luciano. In 1967 Giancarlo took over the company already known for the excellent recioto from the Countess Rizzardi. As a stubborn winemaker with a clear vision, he begins a path of innovation. We are at the beginning of the 70s, years of changes in which part of the Italian wine was sold abroad in demijohns; these are also the years in which the Denominations of Controlled Origin begin to be recognised. Giancarlo renovates the cellars with cutting-edge tools for bottling and for keeping the temperature and humidity of the rooms dedicated to winemaking and aging under control, overcoming the technical difficulties that the historic cellars of the villa present. The refinement of the wines takes place in oak barrels for the time necessary for the aromas to develop before bottling. Giancarlo’s imprint on the wines is felt from the first vintage of which he entirely follows the production starting from the grapes. In 1967 the first Amarone della Valpolicella Santa Sofia was born.
LUCIANO BEGNONI: FROM TOTTERYOLER TO WINE SPECIALIST
In 1984 the young Luciano, son of Giancarlo, began his career within his father’s company. As a teetotaler he approaches the world of wine for love of his family’s tradition and as a university student of Economics and Commerce, he begins to realize that the crisis in the Italian wine sector of the late 1980s is having repercussions on the national and local market. The internationalization of Santa Sofia began in the early 1990s. On his first trip to Denmark, Luciano selects distributors and importers with extreme care. Today Santa Sofia exports 87% of its production with 120 importers and the wines are present in 70 countries around the world and served in some of the most renowned restaurants in Italy and around the world.
THE INTELLIGENCE OF THE NÉGOCIANT AND THE WORK WITH THE CONFERERS
The small revolution of Giancarlo and Luciano is to get to know the area that produces its wine by heart, to converse with the bestowers and choose the best for each wine. Luciano himself explains that “the conferors help me to improve the wine especially in difficult years: having available vineyards from different areas we are able to obtain better wines than those that could be made from just one area. The direct relationship with those who cultivate the vineyard is crucial in order to know the quality of the grapes and then understand how the wine will evolve”. Most confer the grapes on the basis of agreements which provide for direct control over the vineyards following the phases of the vegetative cycle of the plants, the breeding methods and the harvest, which is carried out by the staff of Santa Sofia. This is particularly true for Monte Gradella, the historic Santa Sofia vineyard from which the grapes for the finest wines come, which is taken care of by Santa Sofia from the planting of the vineyards, with the choice of grape varieties and training systems, up to the pruning and treatments and the harvest which takes place exclusively by hand. In addition to the 24 hectares of Valpolicella Classica, in 2015 45 hectares were purchased in Valpantena, vineyards at an altitude of 350-400 meters in an area suited to the production of red wines. A dream that Luciano shared with his sister Patrizia before his untimely death.
A NEW CELLAR IN SIGHT, BEYOND THE HISTORIC ONES
Having reached the production of about 650 thousand bottles and an area covering 69 hectares throughout the Valpolicella, the Santa Sofia company will open a new cellar in a few years not far from the current historical site. “It is an old building to be rethought and renovated – underline the Begnonis – which must not have any impact on the environment”. Currently the bottles are kept in the oldest part dating back to 1300 and made only of tuff and there are the Slavonian oak barrels, where some of the most important red wines ripen: Amarone, Valpolicella Superiore Montegradella, Valpolicella Ripasso. In the cellar built in 1700 with brick vaults there are steel tanks in which the younger and fresher wines mature: Bardolino, Bardolino Chiaretto, Soave, Lugana, Custoza, Pinot Grigio and Merlot Corvina. In the cellars built together with the Palladian villa in the 16th century and already dedicated to the conservation of wine at the time, there are the French oak barriques reserved for the maturation of Gioè Amarone della Valpolicella Classico, Recioto della Valpolicella Classico, Valpolicella Classico Superiore Montegradella and Arlèo. The wines that require a longer maturation before being presented to the public are refined in the bottle: the first bottle cellar, located under the villa and dating back to the 16th century, contains up to 80,000 bottles; the second has a capacity of 70,000 bottles. Amarone Santa Sofia is produced only if the climatic conditions and the quality of the grapes allow it, giving up the 1999, 2002, 2012 and 2014 vintages in the last twenty years. For the Riserva di Amarone Gioè the criteria are even more restrictive and since 1964 there have been only seventeen historical vintages.
TASTING NOTES
Soave Doc Brut Spumante. Grapes: 100% garganega Vinification: crushing and soft pressing. Refermented with the long Charmat method (6-9 months).
Soave Classico from vineyards on compact soils of basaltic origin. Straw yellow color with a soft foam and a fairly fine perlage. The scent is delicate, immediate and quite intense: white flowers, yellow apples and Williams pears, aromatic herbs, sage among all. In the mouth it is soft and fresh, fine and harmonious with good length, almondy on the finish. It should be served very fresh and is excellent as an aperitif, especially fish-based, but also fried squid or moeche, spaghettini with clams or round scallops.
Valpolicella Classico Doc 2022. Grapes: corvina, corvinone and rondinella Vinification: soft pressing and destemming, 7-8 days of maceration in steel Refinement: 3-6 months in steel and at least 3 months in the bottle.
Classic Valpolicella from vineyards with calcareous soils. The color is a lively ruby red and the bouquet is quite intense with notes of blackberries and raspberries, rather crunchy and some hints of aromatic grass and licorice. In the mouth it remains quite soft and warm, with good freshness and light tannins. It is fine, quite balanced and harmonious. Adequate structure and length in the mouth. Paired with savory cured meats, medium-aged cheeses, lasagna alla bolognese, risotto with chicken livers, duck with orange, rabbit cacciatore, Milanese cutlet.
Valpolicella Ripasso Superiore DOC 2019. Grapes: corvina, corvinone and rondinella Vinification: destemming and soft pressing, maceration for about 10 days in steel. Review with 3 days of maceration-refermentation of the wine on the pomace of Amarone and Recioto Refinement: 9 months in 50 hl oak barrels, 6 months in the bottle.
From hillside vineyards with medium-textured soils tending towards limestone, located in Valpolicella. Deep and clear ruby red with some garnet reflections. The nose is intense and complex with hints of cherry, also in alcohol, plum, blond tobacco, undergrowth, cloves, cinnamon and a hint of balsamic vinegar. In the mouth it is soft and enveloping, with great structure. Warm, quite fresh and tannic. It is fine, harmonious, balanced, intense and persistent. It goes well with short pasta with meat sauces, aged cheeses, roast veal, pastissada de caval.