Ancora Fabiano Barbisan. Ancora presidente di Unicarve, associazione di rappresentanza di 870 aziende trivenete (90% Veneto) per i prossimi quattro anni. A sancirlo l’Assemblea dei soci riunita a Padova il 19 luglio e il nuovo direttivo che per bocca del consigliere anziano Ignazio Scapin ha proposto la conferma del presidente uscente rinnovandolo nel suo incarico. «Ho preso per mano Unicarve nel 1999 a seguito della fusione di tre Associazioni produttori (ACARVE, VERCAB e CARNI TRIVENETE) – ha sottolineato Barbisan – eravamo in piena “mucca pazza” ed abbiamo iniziato il percorso della tracciabilità obbligatoria e dell’etichettatura facoltativa per informare i consumatori sulla provenienza della carne. Oggi siamo ad una svolta e grazie ad un lavoro costante abbiamo ottenuto un Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia ed il riconoscimento del marchio “Consorzio Sigillo Italiano”, che sta muovendo i primi passi per coronare il sogno di sempre, ovvero dare un nome alla carne bovina prodotta in Italia per renderla riconoscibile ai consumatori. Sembra paradossale ma se il nostro marchio fosse a regime – continua Barbisan – con la necessaria dotazione finanziaria per divulgarlo ai consumatori italiani, il Mercosur ci preoccuperebbe molto meno rendendo più distinguibili le nostre produzioni che assommano qualità, attenzione alla sicurezza alimentare e al benessere animale. Purtroppo c’è ancora da soffrire – ammette Barbisan – poiché non abbiamo l’Interprofessione della carne bovina a regime, che ci permetterebbe di finanziare la pubblicità nazionale del nostro marchio; di rendere distinguibile sui banconi il “Vitellone e la Scottona ai cereali”, il “Fassone di Razza piemontese”, il “Bovino Podolico al Pascolo” che, assieme alle “Ferrari” della zootecnia italiana (le IGP di Chianina, Marchigiana, Romagnola, Piemontese), ci farebbero conquistare quote di mercato importanti, considerato che le importazioni di carne bovina dall’estero sono oggi a circa il 47%”. Un messaggio importante che l’associazione ha inteso lanciare a tutte le categorie e alla politica nazionale in materia di zootecnia, “cercando di anticipare – ha sottolineato Barbisan – quello che già la GDO sta iniziando a chiedere, ovvero la “sostenibilità” da “vendere ai consumatori”, sempre solo ed unicamente a carico degli allevatori”. Dopo i saluti inviati dal Ministro Gian Marco Centinaio e dal Presidente della Giunta Regionale del Veneto Luca Zaia e l’intervento dell’Assessore Regionale Roberto Marcato in sua rappresentanza, sono intervenuti Kees De Roest del CRPA di Reggio Emilia che ha mostrato l’andamento di mercato nazionale ed internazionale della carne bovina, ponendo in rilievo una ripresa dei consumi di carne a livello europeo di circa il 2%. De Roest ha poi presentato il progetto Unicarve per una APP da utilizzare su Smartphone per calcolare i costi di produzione dei bovini da carne, realizzata in collaborazione con Trouw Nutrition Italia, che sarà operativa da ottobre 2019 e a disposizione di tutti. Si è poi parlato di blockchain con Gian Luca Mascellino, co-fondatore con Dario Dongo di WIISE CHAIN, che ha posto le basi per un sistema di tracciabilità delle produzioni “semplificato”, per non creare costi inutili ai produttori e per fornire informazioni utili ed immediate ai consumatori, lungo tutta la filiera. Per il CRA, Ente di ricerca di Lodi, è intervenuto il Luciano Migliorati che ha mostrato l’andamento del progetto “Life Beef Carbon”, partecipato a livello internazionale da Unicarve, con i risultati della ricerca che dimostra la bontà delle pratiche agricole poste in essere dagli allevatori per ridurre le emissioni in atmosfera. Sul tema della biosicurezza, benessere animale euso del farmaco negli allevamenti, è intervenuta la Francesca Calvetti, Veterinario Dirigente del Ministero della Salute, che ha illustrato nei particolari l’andamento del progetto CLASSYFARM, in fase avanzata di realizzazione per classificare le aziende di allevamento in base a parametri oggettivi rilevati da veterinari aziendale e controllati da veterinari pubblici. Tra i presenti oltre ai rappresentanti delle Organizzazioni produttori associate all’AOP Italia Zootecnica, il direttore commerciale di Inalca Serafino Cremonini, il direttore generale di Assocarni, François Tomei, il direttore di Parmafrance Egidio Savi, il presidente della Coldiretti del Veneto Daniele Salvagno con il Direttore Regionale Pietro Piccioni, il direttore Avepa, Fabrizio Stella, il presidente del CSQA, Carlo Perini i Consiglieri Regionali, Sergio Berlato, Luciano Sandonà, Nazzareno Gerolimetto, Gabriele Michieletto, Fabrizio Boron, Simone Scarabel, l’Europarlamentare Rosanna Conte, il responsabile nazionale zootecnia della Coldiretti, Giorgio Apostoli, il Presidente dell’IZS Brescia Antonio Varisco, il presidente ARAV Floriano De Franceschi, Vasco Boatto e Flaviana Gottardo dell’Università di Padova. A chiudere il convegno il Presidente Nazionale della Coldiretti Ettore Prandini. Nel suo intervento, dopo aver annunciato con soddisfazione che da una ricerca Coldiretti è emerso un +6% di spesa degli italiani sugli acquisti di carne, ha spaziato sui vari fronti aperti della zootecnia, iniziando dal problema Blue Tongue che sta creando difficoltà alla movimentazione dei bovini a differenza di quanto accade nei Paesi concorrenti che applicano le normative europee interpretandole a favore dei propri produttori. Stesso discorso per quanto riguarda la condizionalità e la gestione delle deiezioni animali. E’ entrato poi nel merito della Politica Agricola Comunitaria criticando le posizioni della Commissione Europea, riguardo il bilancio finanziario dell’Agricoltura, per l’ insostituibile ruolo della zootecnia per il sistema Italia e del rapporto dei titoli PAC e dei costi di produzione tra i vari Paesi europei. Infine, è intervenuto sulle difficoltà create al comparto dall’embargo alla Russia e sui recenti accordi Mercosur. Riprendendo anche alcuni temi toccati da Barbisan, il Presidente Prandini ha concluso i lavori del meeting confermando la disponibilità di Coldiretti a sostenere la progettualità di Unicarve e invitandola ai Villaggi di Coldiretti per dare visibilità al marchio del Consorzio “Sigillo Italiano”. A concludere i festeggiamenti per i vent’anni dalla fondazione. “Abbiamo raggiunto una serie di obiettivi molto importanti – ha sottolineato Barbisan – ed anche se non c’è da festeggiare per la situazione in cui versa il comparto, con prezzi di mercato non remunerativi, credo che ricordare da dove siamo partiti e come siamo messi oggi, aiuti a richiamare l’attenzione verso il nostro settore, sempre trascurato a livello di politica nazionale ed europea, perché oggetto di scambio, come dimostra il recente accordo Mercosur che l’Europa vorrebbe propinarci, illudendo l’agricoltura che si tratti di un buon affare».