Tornare da Vignalta ad Arquà Petrarca (Pd) è immergersi nella storia della viticoltura e dell’enologia euganea. Per fare il vino buono ci vuole il terroir adatto a partire dalla collina giusta, vocata, scrigno di biodiversità e geologicamente adatta a valorizzare determinate uve e ad ottenere vini di qualità. Come il Monte Gemola in grado di cullare e accompagnare chardonnay, merlot e cabernet franc come poche zone e non solo dei Colli Euganei. Ci vuole competenza in vigna e cantina e da questo punto di vista il buon Michele Montecchio, da quasi trent’anni punto di riferimento dell’azienda, spicca sempre per autorevolezza ed ospitalità. Lucio Gomiero e il compianto Franco Zanovello negli anni ottanta ci avevano visto giusto. Con Lucio gli attuali comproprietari Paolo Guzzo e Luciano Salvagnin portano avanti una pagina curiosa ed interessante di viticoltura. La barricaia con la parete di roccia a vista è suggestiva a dir poco e la sala tasting gode di un panorama mozzafiato. Trentacinque ettari di superficie vitata, 250mila bottiglie.Tra queste, in degustazione, il Brute Nature Metodo Classico, raboso piave sboccato ad agosto 2019 che ha passato 48 mesi sui lieviti capace di esprimersi in tutta la sua mineralità e sapidita con sentori di mela verde ed erbe aromatiche; il Gemola Chardonnay 2019, il Gemola rosso del 2015 uvaggio di merlot e cabernet franc) complesso e persistente, il Merlot Riserva 2016 intenso, di grande piacevolezza e l’Alpinae, Colli Euganei Fior D’Arancio 2017 passito premiato, nella categoria, come pochi.